Via libera alla prima legge sulla finanza etica
Le banche che investono su no profit, volontariato, Ong, avranno sconti fiscali sugli utili reinvestiti.
C’è anche la prima legge italiana per convincere le banche a investire in modo etico nella Legge di bilancio appena approvata. Un po’ il contrario di quanto hanno fatto negli ultimi anni gli istituti di credito, che anche per questo si trovano a combattere con sofferenze e investimenti speculativi finiti male. La legge era tra gli emendamenti ed è passato liscio, con l’approvazione di quasi tutte le forze politiche. Il principio è semplice, ma importante: prestare soldi al settore del no profit e del volontariato, che non insegue solo il profitto, ma cerca di intervenire là dove il welfare non riesce più ad arrivare. Ma anche tornare a far credito a quelle Ong o cooperative che riescono a creare lavoro in territori difficili, abbandonati, a rischio di tenuta sociale, a cominciare dal Sud, dove la povertà sta aumentando.
Che ora gli istituti di credito si buttino a capofitto a finanziare progetti etici è quanto meno improbabile, ma un motivo di più per farlo lo avranno. Le banche i cui impieghi andranno a finanziare investimenti responsabili ne guadagneranno dal lato fiscale: piuttosto che pagare il 24 % di imposte, come accade oggi, potranno detassare gli utili impiegati in no profit, Ong, volontariato, a patto però che vengano reinvestiti nel capitale sociale. Se questa è la prima regola e il primo vantaggio, ci sono almeno altri punti fondamentali per entrare a far parte del Club delle banche etiche. Direttori e amministratori, insomma i vertici, non potranno guadagnare cinque volte di più di quanto non portino a casa, mediamente, i loro dipendenti.
Un altro tassello del provvedimento riguarda la trasparenza, necessità sempre più sentita oggi da chi si avvicina a ogni forma di risparmio, l’altra faccia degli impieghi. Imprese no profit, Ong, cooperative sociali e piccoli imprenditori a vocazione etica, verranno passati ai raggi X, di modo che massima sarà la trasparenza richiesta per accedere al credito di stampo etico. In ultimo nei board delle future banche etiche dovrà vigere il principio della democrazia nella gestione e nelle decisioni di investimento, con meccanismi studiati ad hoc.
Già oggi le ventisette banche etiche sparse per il mondo continuano a registrare performance migliori rispetto alle cosiddette “too big to fail”. Le banche sostenibili e eticamente orientate erogano quasi il doppio del credito in proporzione agli attivi di bilancio rispetto a quelle di sistema: 75,2% contro il 39,6%, mentre gli impieghi (2010-2014), crescono più rapidamente (+12,2% contro il + 5,4% di quelle di sistema). Una ricerca che racconta che sostenere l’economia reale e sostenibile genera ritorni finanziari migliori. Oggi i risparmiatori che ci credono sono 20 milioni di persone e gli investimenti superano i 100 miliardi di dollari.
Fonte: www.repubblica.it