Gli atti vergognosi di sabato che hanno coinvolto anche la Sede della CGIL a Roma dimostrano una volta di più che nel nostro Paese esiste, tra i tanti, un serio problema di democrazia e di legalità. Il fascismo ha assunto ormai una dimensione politica accettata da molti e da anni si è scivolati con eccessiva disinvoltura verso una sua tolleranza sempre più diffusa tanto che nessuno si stupisce più dei saluti romani allo stadio o durante alcune manifestazioni, dei pellegrinaggi di patetici nostalgici a Predappio o delle raffigurazioni fasciste esibite e vendute in luoghi pubblici, sotto gli occhi della gente ma anche di Autorità evidentemente distratte o disinteressate.
Un crogiolo di ignoranza, indifferenza e volgarità che è progressivamente divenuto il riferimento di un bacino elettorale cui molti partiti non vogliono assolutamente rinunciare e che anzi si premurano di sollecitare ripetutamente e di blandire più o meno esplicitamente.
Trascurare un problema non significa averlo risolto. Chiunque abbia fatto lo sforzo di studiarlo sa che il fascismo non può nemmeno definirsi ideologia tanto è vuoto di contenuti e significati ed infatti non ha lasciato alcun contributo, nemmeno minimale od involontario, allo sviluppo intellettuale, culturale e sociale di quest’ultimo secolo. Una cosa tuttavia lo contraddistingue con esattezza e continuità: l’uso della violenza e della sopraffazione quale unico elemento di “confronto” con chi la pensa diversamente od anche semplicemente non si allinea a determinate posizioni.
Anche in questi difficili mesi segnati dalla pandemia, gli squadristi hanno profuso ogni sforzo per creare tensioni e divisioni, cavalcando in questo caso la protesta, spesso confusa e contraddittoria, nei confronti di provvedimenti legati alla vaccinazione.
E’ questo un argomento sul quale non ci soffermiamo più di tanto: è nota la campagna della CGIL che invita ad immunizzarsi per ridurre i rischi individuali e per contribuire a contenere i rischi sociali legati ad una epidemia che in Italia ha fatto direttamente oltre 130.000 vittime e prodotto drammi indotti e collaterali gravissimi anche se qualcuno pare non essersene quasi accorto. Alcuni paladini delle libertà e dei diritti propri ma sicuramente non interessati a quelli degli altri, tra l’altro alcuni di loro non si sono fatti scrupolo nel colpire persino ambulanze ed il Pronto Soccorso di alcuni Ospedali, l’altro ieri hanno pensato di attaccare anche la CGIL, uno dei simboli storici della democrazia repubblicana e della rappresentanza sociale collettiva. Non è evidentemente un caso, occorre reagire e non solo perché si tratta del nostro Sindacato.
Noti e violenti movimenti fascisti i cui leaders sono stati più volte condannati, pur rimanendo costantemente ed inspiegabilmente a piede libero tanto da essere protagonisti anche dei disordini di questi giorni, non possono avere spazio in una società civile e pacifica pertanto devono essere sciolti e messi fuori legge al più presto e senza troppe remore. Dire che si tratta di pochi estremisti, ammesso che così sia, non giustifica l’inazione ma anzi la rende per certi versi ancora più necessaria.
Nonostante tutto la CGIL rimane salda al suo posto. Come ha detto il Segretario Generale Landini, questi delinquenti non ci intimidiscono e non ci fermeranno. Mobili ed attrezzature si possono distruggere, la passione e le idee del nostro Sindacato no. Non ce l’hanno fatta i loschi delinquenti di un secolo fa, non ci riusciranno i tristi malviventi di oggi. Siamo qui, orgogliosi di difendere e rappresentare le Lavoratrici ed i Lavoratori ed assieme a loro la democrazia e la parte migliore di tutto il nostro Paese.
Ora e sempre Resistenza. W la CGIL!