Oplà n°15 – FISAC è sempre dalla tua parte


DOVE STIAMO ANDANDO: Il patrimonio che lasciamo siamo noi


Torna all’indice Il lavoro del venditore è da sempre considerato un lavoro individualista. C’è una frase ricorrente nell’immaginario collettivo ossia “ la solitudine del venditore”. Questo è vero in parte.
Sicuramente non condivide turni di lavoro in coppia , non lavora 8 ore al giorno in una fabbrica con altre persone , non è , parte integrante in un reparto.
La mattina esce di casa , sistemato ben vestito e via , a cercare nuovi clienti o a trovare gli effettivi.
Sappiamo bene cosa c’è dietro: organizzazione, pianificazione , chilometri , aspettative e delusioni ma per chi fa questo mestiere , è storia nota.
Comunque , nelle retrovie , quando il venditore non è fuori per lavoro c’è un luogo che è , di fatto , la sua seconda casa: il suo ufficio. E nel suo ufficio ci sono i suoi colleghi. Colleghi che spesso diventano amici, confidenti , in taluni casi “ fratelli” , o “sorelle”. E ci conoscono . E noi conosciamo loro. E quindi c’è qualcuno, non ci sentiamo più soli e la solitudine , in parte , viene attenuata.
Col collega parliamo di lavoro e non solo , possiamo uscire insieme per lavoro , ci confrontiamo , ci aiutiamo e se si è di più , meglio.
Allora si diventa pian piano una famiglia , specialmente quando il rapporto di lavoro inizia ad avere tanti anni.
Spesso , la presenza di quel collega , diventa insostituibile. E spesso , nei luoghi di lavoro si creano situazioni per cui si va più d’accordo con qualcuno piuttosto che con qualcun altro.
E può anche succedere di cambiare sede o addirittura lavoro. Sono queste situazioni molto delicate perché inevitabilmente toccano anche la sfera personale . Gli equilibri , gli automatismi , la quotidianità il rapporto con i colleghi e l’ambiente interrotto , cambiato.
E capita quindi di andar via. A questo punto: QUAL’E’ IL PATRIMONIO CHE LASCIAMO? Come viene percepita la nostra assenza dal punto di vista di ciò che abbiamo dato per quell’ambiente e persone? Può sembrare una considerazione un po’ strana ma tutti noi lasciamo qualcosa , specialmente quando in quell’ambiente siamo stati tanto tempo. A parte tutto il lavoro quantitativo, c’è il vissuto , il lavoro qualitativo , il valore , dato ai colleghi e all’ambiente.
Invece spesso , nel mondo del lavoro in generale, ed in particolare nel mondo delle vendite , dove si rincorre sempre qualcosa e si perdono di vista tante cose , si tende a guardare troppo avanti perdendo di vista la preziosità di una relazione genuina. La ricerca spasmodica del raggiungimento degli obiettivi , la velocità con cui possiamo fare le cose, spesso , ci fa perdere quella componente umana che non deve mai scomparire , perché è proprio quella , che ci permette di essere ricordati e di essere presi come esempi, non di certo come siamo stati bravi ad assecondare quel manager piuttosto che l’altro.
Ed è sempre la componente umana , quel rispetto e stima che non devono mai mancare , perché una persona con tutti i suoi difetti , difficoltà, ha sempre dato qualcosa.
Pertanto , oserei dire che il PATRIMONIO CHE LASCIAMO non sono i clienti da contattare…… siamo noi con quello che siamo e con quello che di noi riusciamo a trasferire al prossimo.
G.L.

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