Dipartimento Legalità
Parlando di pagamenti in contante incrociamo due diverse Normative: quella fiscale e quella relativa al contrasto del riciclaggio. Nel primo caso, però, al contrario di quanto avviene coi versamenti in conto corrente non esiste alcuna possibilità, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di chiedere giustificazioni circa i prelievi fatti da persone fisiche o da professionisti. Dunque, anche in presenza di un prelievo di considerevole valore, non vi è possibilità un controllo fiscale e di un successivo accertamento da parte dell’Ufficio delle imposte.
Le procedure sono diverse quando si tratta di applicare la Normativa di carattere penale ed, in particolare, quella sulla repressione dei reati. In questo caso, è corretto chiedersi quanti contanti si possono prelevare in un mese in quanto esiste una soglia.
Le regole sull’utilizzo dei contanti prevedono innanzitutto un limite agli scambi tra Soggetti diversi (siano essi privati, Pubbliche amministrazioni, Società) a prescindere dalla ragione del trasferimento dei contanti (vendita, donazione, prestito), non è possibile scambiare tra le stesse persone, nell’ambito della medesima operazione, più di 1.999,99 euro. Questo limite resta in vigore fino al 31.12.21. Dal 1.1.22, il tetto passerà a 999,99 euro, vietando gli scambi di denaro di valore rispettivamente uguale o superiore a 2.000 euro o a 1.000 euro dall’anno prossimo.
E’ vietato frazionare l’operazione in più rate per aggirarne il divieto, a meno che il contratto stesso non preveda un pagamento rateizzato o questo è desumibile dalla prassi commerciale Entrambe le parti che infrangono tali regole subiscono una sanzione amministrativa che va da 1.000 a 50mila euro.
Le regole sul limite ai contanti non si applicano alle operazioni sul Conto corrente in quanto la restrizione vale solo per gli scambi di denaro tra Soggetti diversi mentre, nel caso di prelievi e versamenti, il proprietario dei soldi resta sempre il correntista; la Banca è un semplice depositario e custode.
Esiste, inoltre, una soglia al prelievo dei contanti dal conto ma questo limite non è di natura fiscale: le Banche, in ottemperanza alla Normativa antiriciclaggio, devono conteggiare il totale dei prelievi effettuati dal proprio correntista e, superata la soglia di 10 mila euro nel medesimo mese, deve chiedere spiegazioni del prelievo stesso. Quello dei 10mila euro non è un tetto massimo, oltre il quale non è possibile prelevare contanti dal proprio conto corrente, ma limite oltre il quale scattano una serie di segnalazioni. La Banca non pone obbiezioni al fatto che il proprio cliente prelevi, anche con diverse operazioni, più di 10mila euro al mese ma, se ciò dovesse succedere, la Filiale della Banca ove è avvenuto il prelievo deve segnalare il superamento della soglia-limite alla propria Direzione centrale. Quest’ultima poi valuterà se informare di ciò la Uif (Unità di Informazione finanziaria) tramite una Segnalazione di Operazioni Sospette. L’Uif, a sua volta, valuterà se relazionare del superamento del limite anche le Autorità competenti che giudicheranno se avviare o meno delle indagini.
Il limite è stabilito su base mensile. Non esistono invece limiti massimi ai prelievi nello stesso giorno, sempre che ovviamente non superino 10.000 euro e comunque fatto salvo un eventuale limite imposto dal contratto tra il Correntista e la propria Banca (come accadde nei prelievi Bancomat.