Pensioni: La Speranza di Vita dovrebbe abbassare l’Età Pensionabile già dal 2019 ma le norme attuali non lo permettono
N egli ultimi mesi si sta facendo un gran parlare della riforma Fornero e della necessità di prevedere delle modifiche al fine di rendere meno restrittivi i vincoli imposti per avere accesso al mondo previdenziale evitando di rischiare di andare in pensione in età eccessivamente avanzata soprattutto in relazione a lavori maggiormente usuranti. Tuttavia, il parametro dell’aspettativa di vita potrebbe permettere un ingresso al sistema pensionistico in anticipo. Infatti, nel rapporto del mese di aprile sull’aspettativa media degli italiani si è manifestato un calo (il primo nella storia repubblicana dell’Italia) il che potrebbe far scattare un meccanismo piuttosto complesso secondo il quale, nel caso il trend dovesse confermarsi, permetterebbe un abbassamento dell’età pensionabile a partire dal 2019. Tuttavia, il meccanismo non è così diretto giacché ci sono da tenere in considerazione altri parametri che potrebbero annullare l’effetto dell’abbassamento della speranza di vita.
L’articolo 12-bis del decreto legge 78/2010 convertito con legge 122/2010, la normativa che regola gli effetti della speranza di vita sulle pensioni, prevede infatti adeguamenti solo al rialzo (e mai al ribasso) e dunque anche nella migliore delle ipotesi non si potrebbe avere una riduzione dell’età pensionabile. Senza contare che, in ogni caso, la stessa legge prevede che entro il 2021 l’età pensionabile di vecchiaia debba essere pari ad almeno 67 anni. Tali norme svelano, in realtà, una precisa volontà del legislatore di incrementare progressivamente l’età di uscita indipendentemente dalle dinamiche demografiche.
Con tale meccanismo si attua una grave iniquità nei confronti dei cittadini, poiché la speranza di vita media non aumenta, ma si allunga il tempo per accedere all’assegno pensionistico, con il rischio per i pensionati di godere, in concreto, solo di pochi anni del trattamento pensionistico rispetto al reale ammontare dei contributi versati negli anni sotto forma di pensione. L’adeguamento ha effetti anche sull’importo dell’assegno dato che riduce i coefficienti di trasformazione del montante contributivo e, quindi, l’importo della pensione determinata con il sistema contributivo.