Si al rilancio della Banca, no alla precarizzazione e alla divisione dei Lavoratori
Come ribadito nei nostri ultimi comunicati, nella lettera ai componenti del C.d.A. (rimasta peraltro senza risposta), nella richiesta di attivazione dell’incontro annuale sulle prospettive strategiche, ribadiamo, in piena coerenza con una impostazione indirizzata prioritariamente alla contrattazione ed al confronto, la necessità di riaprire la trattativa al fine di identificare soluzioni che tengano insieme le esigenze aziendali con le aspettative e i diritti dei Lavoratori.
L’esistenza di una platea di Lavoratori interessati all’utilizzo del Fondo di Solidarietà nettamente superiore a quella prevista dall’Azienda rende possibile praticare riduzioni dei costi complessivi attraverso soluzioni diverse da quelle delle esternalizzazioni che, insieme alla cessione di asset, servono solo a produrre precarizzazione per i Lavoratori interessati e un indebolimento dell’Azienda a livello organizzativo e professionale.
Occorre inoltre riportare l’ottica del risparmio dei costi derivanti dalle operazioni sul CIA all’interno di un arco temporale coincidente con il Piano Industriale, garantendo verifiche puntuali sullo stato di attuazione dello stesso.
I Lavoratori hanno sempre risposto con alto senso di responsabilità e anche questa volta non mancheranno di fare la loro parte in un contesto caratterizzato da una grave crisi economica e finanziaria. Il loro prioritario interesse è in questo momento quello di concorrere al risanamento ed al rilancio commerciale della Banca e su questo obiettivo spendono quotidianamente la loro passione e la loro professionalità.
In relazione a quanto emerso dalle indagini in corso e nel caso di accertamento da parte della magistratura di responsabilità, interne ed esterne, in operazioni che abbiano danneggiato l’Azienda, è ovviamente necessario che l’Azienda stessa attivi, nelle sedi competenti, le azioni di tutela necessarie.
Quello che è sicuro è che i Lavoratori, a differenza dei Top Manager, hanno già subito una contrazione salariale molto accentuata e non hanno nessuna responsabilità. Non è quindi accettabile, sull’onda dell’emergenza e in presenza di una proposta sindacale alternativa assolutamente praticabile, procedere allo smantellamento delle garanzie contrattuali e alla messa in discussione dei livelli occupazionali.
Invitiamo l’Azienda a riaprire il confronto sul Piano Industriale accantonando definitivamente iniziative discriminatorie e che dividono i Lavoratori quali la sostituzione del salario contrattato con quello incentivante individuale legato alla vendita – destinato ad incrementare pressioni commerciali sempre più pesanti – e il licenziamento indiscriminato dei Dirigenti, accompagnato peraltro, ad esempio a Roma, da assunzioni esterne negli stessi ruoli.
Siena, 29 aprile 2013 LA SEGRETERIA