Oplà n°13 – Tecnostress


NUOVO MODELLO OP: Smart Working e dintorni


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Lo smartworking non è, come spesso si crede, il telelavoro o il Iavoro da remoto.
Infatti il telelavoro è il Iavoro fatto da casa mentre Io smartworking è una forma ben più complessa di organizzazione del Iavoro che ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza e l’efficacia del Iavoro grazie ad un mix di flessibilità, autonomia e collaborazione, creando ambienti ottimali per i dipendenti.
Il decreto “ristori bis” a sostegno dei genitori che non potranno ricorrere allo smart working ha previsto che in caso di chiusura delle scuole medie nelle zone rosse gli stessi potranno astenersi dal Iavoro o ricevere sussidi per le babysitter.
Nello specifico il decreto ristori bis prevede a titolo di sostegno alle imprese ed all’economia, sotto forma di contributi a fondo perduto destinati agli operatori Iva e a titolo di disposizioni in materia di salute, Iavoro e famiglia, vari provvedimenti di sostegno alle famiglie con figli tra cui il congedo straordinario per i genitori in caso di sospensione della didattica in presenza delle scuole secondarie di primo grado ed il bonus baby sitter.
Sebbene vi siano alcune limitazioni le stesse risultano, comunque, abolite in presenza di figli che hanno una disabilità riconosciuta dalla Iegge 104.

In generale se i genitori risultano lavoratori dipendenti si possono astenere dal Iavoro solo se questo non può essere eseguito in smartworking. Soddisfatte tali premesse il congedo viene riconosciuto alternativamente ad entrambi i genitori.
Certo si tratta di due iniziative che favoriscono i genitori ma non risolvono il problema giacché sarebbero necessarie iniziative che facilitino il Iavoro, rendendo la gestione dei figli più facile. La questione centrale risulta però essere il cercare strumenti per potere Iavorare da casa in piena efficienza. Lo smartworking o “Iavoro agile” significa, infatti, ripensare il telelavoro in un’ottica più intelligente mettendo in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo ed orario e lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di Iavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia dovranno diventare i principi chiave di questo nuovo approccio al mondo del Iavoro. Lo smartworking, come detto, non ha niente a che fare con il Iavoro da casa in quanto è una revisione della cultura organizzativa ove il controllo sul dipendente Iascia posto alla fiducia verso il dipendente, con Io stesso che viene responsabilizzato lavorando ad obiettivi e non ad orario, ripensando i processi e facendo venire meno il controllo diretto. Certo la nuova organizzazione del Iavoro apre numerosi spunti di riflessione inerenti agli aspetti macro del Iavoro quali il mercato del Iavoro, le differenti tipologie di Iavori, la disoccupazione, il Iavoro femminile, il ruolo della tecnologia connessa al riaccorpamento di mansioni e di autonomizzazione di processi di produttività del Iavoro e ai concetti di redditività ed efficienza oltre che di qualità del Iavoro e della vita lavorativa.
Oggi assistiamo, infatti, aII’affermarsi di nuovi modi di produrre e ad una nuova scuola organizzativa con una necessità di riorganizzazione in ambito sindacale connessa proprio alla trasformazione oggettiva che sta intervenendo al livello del sotto-sistema economico macro aziendale ed al livello del sotto-sistema micro aziendale, che parallelamente stanno investendo anche la cultura sociale e del Iavoro dei soggetti coinvolti nel processo lavorativo.
Il Iavoro sta cambiando perché sta mutando il sistema socioeconomico macro e il sistema aziendale micro unitamente al sistema dei bisogni nelle sue componenti oggettive, soggettive e sociali comportando l’esigenza di riequilibrare le trasformazioni tra tempo di vita e tempo di Iavoro e sviluppando la ricerca della qualità del Iavoro unitamente alla qualità della vita.
Un nuovo codice del Iavoro dovrebbe, quindi, partire dalla definizione di un senso misurato e contingente del Iavoro e sul Iavoro in cui domini una responsabilità limitata, ma non per questo sminuente, per il soggetto che introduca il valore della contingenza e della multidimensionalità. Le nuove tecnologie applicate al Iavoro teoricamente avrebbero dovuto portare ad una nuova organizzazione responsabilizzante, partecipativa, consensuale e coinvolgente volta alla massimizzazione della qualità del Iavoro perseguendo la massimizzazione dell’efficienza. Certo tradizionalmente le dimensioni della qualità del Iavoro sono state definite come economica, ergonomica, della complessità, del controllo e dell’autonomia formulanti un equilibrio differente per soggetti, luoghi, settori produttivi e tempi.
Tuttavia è certo che le nuove forme del Iavoro sono caratterizzate per i nuovi ritmi temporali connessi alla flessibilità dello stesso che orienta l’azione organizzata dei lavoratori verso concertazioni conflittuali ma non alternative e che prevedono l’applicazione dei processi di qualità.
L’Osservatorio del Politecnico di Milano stima che i lavoratori italiani che lavoreranno da remoto dopo la pandemia saranno oltre 5,4 Milioni. Occorre, quindi, per il futuro adattare i modelli di business e restare produttivi e competitivi cogliendo la sfida deII’innovation work e portando il business ad un livello diverso.
Il Iavoro a distanza non è più un’opzione, ma è parte di un modello di vita e di Iavoro che solo le migliori aziende sapranno cogliere rapidamente. L’innovation work è l’evoluzione del Iavoro supportato daII’innovazione tecnologica. E’ giunta l’ora di definire le strategie, i modelli di comportamento e le soluzioni chiave per gestire efficacemente questa nuova normalità del Iavoro flessibile.
Certo c’è ancora grande confusione sul Iavoro a distanza e, purtroppo, Io smart working si è ridotto al Iavoro da casa in emergenza, senza sicurezza e senza strutture abilitanti.
La vera sfida da vincere adesso è fare in modo che le nuove modalità di Iavoro non diventino un pretesto per venire meno a doveri e diritti, con fatica ottenuti negli anni, a tutela di tutte le categorie di lavoratori.

Alice C.

(Fonte web: prontoprofessionista.it)

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