UNA RIFLESSIONE: I percorsi di crescita e Il muro della discrezionalità
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Uno degli aspetti più belli e stimolanti nel lavorare in una grande azienda è sicuramente la prospettiva di crescita e quindi di carriera. Chi ha la possibilità di avere una prospettiva di sviluppo professionale è sicuramente fortunato. Un po’ come la vita: si cresce , si cambia si fa esperienza. Durante il ciclo dell’attività lavorativa i più volitivi e lungimiranti adotteranno tutto l’impegno possibile per raggiungere determinati traguardi.
Peccato che questa dinamica non è così scontata. Spesso il raggiungimento di certi obiettivi passa attraverso situazioni , epoche , avvicendamenti , scelte , cambiamenti che non dipendono dal lavoratore e allontanano temporaneamente , se non definitivamente , svolte professionali che spesso sono determinanti nel ritrovare nuovi stimoli e nuova motivazione.
Agli audaci che ci credono , e che con onestà chiedono la possibilità di nuovi percorsi , anche pianificandoli , non vien mai detto di no; le porte son sempre aperte perché POTENZIALMENTE , tutto si può fare. Da quel momento , in un contesto del tutto indefinito e che si delimita nel perimetro di sole due persone , risorsa e manager , al lavoratore audace che ci crede , l’incombenza di aumentare notevolmente non tanto gli sforzi ma i numeri. Il tutto finalizzato ad intraprendere una strada alla fine della quale non si sa se ci sarà il podio.
Prendiamo per esempio il modello op: un modello visto da tutti come la svolta , l’alba di una nuova vita che avrebbe improntato l’attività del’ispettore più verso la consulenza piuttosto che verso i numeri creando figure specialistiche e modificando quella natura di venditore che noi tutti sappiamo di essere ma spesso non vogliamo ammettere. In realtà, l’iniziale carrellata di tutor e kam , che stava quasi confermando la fiducia in un modello che per noi sembrava davvero la svolta , ecco l’appiattimento dello sviluppo di crescita e la diffusione di parole dal significato tutto da interpretare: “ storie di lungo successo” e “ discrezionalità” .
Se “ storie di lungo successo “ fa pensare a quelle biografie che si trovano nelle librerie in formato economico , la “discrezionalità” è invece un concetto macro. Forse si gioca tutto lì. E ora torniamo al lavoratore audace che ci crede: Il nostro amico , che con onestà sente che è arrivato il momento di chiedere qualcosa che gli dia nuovi stimoli, perchè magari è in azienda da quindici anni , perché inizia a diventare “ grandicello “ ( spesso parliamo di quarantenni) , perché lavora in un’azienda che OFFRE questa possibilità.
Alla risorsa non vien detto di no a patto di distinguersi e di arrivare pronti. E nuovamente , spesso dopo tantissimi anni di anzianità lavorativa , vien chiesto ancora una volta di dimostrare. C’è solo una certezza : darsi da fare in maniera qualitativamente diversa ,cioè: dando particolare precedenza ai nuovi focus innanzitutto cioè: recuiting, iscrizioni di gente ai webinar oltre alla protection , IA E IB e così , il nostro amico audace , si ritrova in una competizione nuova, tutta digitalizzata, dove spesso arriva stracotto , perché , per l’ennesima volta , si trova nella condizione di dimostrare e tenere duro. A fare da cornice a questo splendido quadro , ovviamente i numeri , altrimenti zero a zero palla al centro.
Bisogna comprendere che risorse che lavorano gia da una quindicina di anni , non hanno quell’entusiasmo di chi comincia ora e non vedono il mondo fuori come una dimensione tutta da esplorare, e hanno una soglia si resistenza decisamente sensibile. Va a finire che tutta questa situazione indefinita nei contorni e nel tempo , in un contesto tutto in trasformazione , porta il lavoratore a crederci sempre meno e ad arrivare , dopo che per l’ennesima volta ha dato il mille per cento , a tirarsi indietro e a ricevere, come premio per averci creduto , un alientante “ La possibilità te l’abbiamo data, non eri pronto“ e quindi , avanti un altro.
C’è forse chi arriva fino alla fine , di questo percorso, chi è stato bravo , volitivo , tenace , perseverante , attento ma rimane poi da superare l’ultima prova che è quella del muro della discrezionalità, e , se superata anche questa prova , potremmo provare a dire che la “ discrezionalità” è : il perfetto incastro nel tempo e nello spazio delle dinamiche aziendali con l’op , che si è trovato inconsapevolmente nel posto giusto al momento giusto.
Questo è l’op che ce l’ha fatta, forse.
G.L.