OPLÀ: Tecnostress (Parte Prima)
Tecnostress: è un disturbo causato dall’incapacità di gestire le moderne tecnologie informatiche ed è lo stress generato dal loro impatto psicologico.
Ancora non è riconosciuto a livello normativo come malattia professionale anche se il Tribunale di Torino lo ha fatto con sentenza nel 2007 (procuratore aggiunto R. Guariniello).
SINTOMI FISICI: aumento frequenza cardiaca, disturbi cardiocircolatori, gastrite, reflusso, colon irritabile, dolori muscolo-tensivi, ipertensione, formicolio agli arti, insonnia e risvegli notturni, mal di testa, stanchezza cronica, dolore cervicale, sudorazione, disturbi ormonali, psoriasi, dermatiti, problemi alla vista.
SINTOMI COMPORTAMENTALI E COGNITIVI:
irritabilità, depressione, crisi di pianto, calo di libido, apatia per stanchezza, alterazioni comportamentali.
EFFETTI sul LAVORO: amnesie e disturbi della memoria, mancanza di motivazione, assenteismo, perdita di efficacia professionale.
EFFETTI sul PIANO RELAZIONALE: isolamento e chiusura emotiva, attacchi di rabbia, conflitti con colleghi e familiari, difficoltà di ascolto e concentrazione sull’altro.
Il rischio tecnostress deriva da Information Communication Technology (ITC) un temine chiave per economia ed occupazione che attiene metodi e tecniche per elaborare e trasmettere dati ed informazioni.
VANTAGGI ITC: conoscenza condivisa, comunicazione più ricca ed espansa.
La nuova tecnologia ha un forte impatto sull’organizzazione del lavoro, crea ambienti di lavoro nuovi e diversi (da remoto, casa, ecc.), cambia le condizioni di lavoro.
EFFETTI POSITIVI: maggiore qualità del lavoro.
EFFETTI NEGATIVI: rischi per la salute e la sicurezza (dilatazione dei tempi di lavoro, strumenti e dotazioni non sempre adeguati, difficoltà a conciliare tempi di lavoro e famiglia) e psicologici (sensazione di inadeguatezza di fronte alle nuove competenze richieste, incapacità di concentrarsi per lo svolgimento di più attività contemporanee su più devices, si continua a lavorare sentendo di doverlo fare anche se non richiesti dall’azienda, si rinuncia alla malattia perché si lavora da remoto).
Si produce oltre i confini dell’ufficio, aumenta la prestazione professionale, ma non è retribuita e comprime la sfera privata, il lavoratore e’ sempre reperibile e connesso, la produttività cresce fino a quando lo stress non vi influisce e a quel punto peggiora sensibilmente.
Troppi input costantemente ricevuti generano un sovraccarico cognitivo ed allarme stress con intensa produzione di adrenalina , disturbi psichici e neurologici oltre che cardiocircolatori.
Influisce certamente la soggettività sulla sintomatologia.
Tuttavia un campanello di allarme si può ravvisare in mancanza di motivazione, perdita di entusiasmo e passione, prosciugamento di energie mentali.
ALCUNE DELLE CATEGORIE PROFESSIONALI PIÙ ESPOSTE AL RISCHIO TECNOSTRESS: programmatori, giornalisti, commercialisti, avvocati, bancari, assicuratori, operatori di call center, pubblicitari, analisti finanziari, networkers.
Il lavoro liquido ha provocato il dilagare di questa nuova malattia.
Occorrono PREVENZIONE E PROTEZIONE: moderatori ed inibitori per almeno ridurre il rischio di questo tipo di stress, attraverso il supporto organizzativo e tecnico ed il coinvolgimento dei lavoratori nelle fasi di pianificazione della tecnologia allo scopo di poterla anche apprezzare come strumento di miglioramento e sostegno mediante la scelta di compiti adatti alle proprie competenze, all’educazione, età, personalità individuali.
Sarà opportuno tenere sotto stretta osservazione questo tipo di rischio anche attraverso un monitoraggio ed uno studio rivolto agli addetti all’organizzazione produttiva ed alla produzione.
Un ringraziamento speciale al contributo della dott. Marta Chiappetta dell’Università Sapienza di Roma che con un interessantissimo seminario ha trattato l’argomento.
Elisabetta Masciarelli
Coord. Naz. OP Fisac GI