Come Sindacato abbiamo denunciato più volte gli eccessi e le derive di Politiche commerciali miopi e incapaci di combinare redditività e creazione di valore sostenibile nel tempo. Alcune forme di pressione commerciale sono infatti incompatibili con la tanto sbandierata centralità del cliente. Riteniamo infine che la crisi reputazionale che ha colpito drammaticamente il nostro Istituto sia frutto anche di quella cultura manageriale che in questo senso abbiamo spesso duramente contestato.
Le recenti scelte aziendali, assunte in modo unilaterale, relative al nuovo sistema incentivante e allo sviluppo si un sistema premiante fondato sulla competizione interna alla Rete e tra gli stessi lavoratori rischia di configurarsi come il trionfo di questa cultura tossica che ha già messo a dura prova la sostenibilità dell’intero Sistema finanziario. In questo senso, il nuovo corso della Banca non ha nulla di nuovo, ma ripropone la brutta copia di ricette già dimostratesi fallimentari in passato: Contest, obiettivi commerciali individuali, gare tra Filiali e all’interno della Filiale stessa, continue pressioni finalizzate esclusivamente alla creazione di “numeri” anziché di “valori” rischiano di annichilire gli unici antidoti rimasti a presidio della sostenibilità del nostro lavoro: la professionalità e il senso critico dei lavoratori di questa Banca rischiano di diventare “disvalori”, in un vortice perverso in cui la moneta cattiva scaccia definitivamente quella buona.
Evidentemente c’è chi preferisce raschiare il fondo di un barile ormai bucato, anziché provare a riparare il buco ristabilendo una relazione positiva con clienti e lavoratori, recuperando la fiducia dei primi e la motivazione da parte di noi tutti.
In queste settimane questo quadro già drammatico sta assumendo tinte ancora più fosche, nell’ambito dell’assegnazione degli obiettivi collegati al Processo di valutazione dei dipendenti. Aldilà delle perplessità già espresse precedentemente dal Sindacato sul Processo di valutazione e sulla modalità con cui è stato presentato alla Rete, siamo costretti a denunciare forme e criteri con cui sta avvenendo l’assegnazione degli obiettivi individuali da parte di alcuni (ir)Responsabili di Unità produttive. La stessa Azienda, nel declinare il nuovo Processo di valutazione, ci ha tenuto a precisare che alla sua base c’è “lo sviluppo e la crescita professionale dei dipendenti”. Se così è, risulta evidente come l’assegnazione di obiettivi commerciali a livello individuale sia incompatibile con gli stessi principi che la Banca ha deciso di darsi. Assegnare un budget (oops: una “capacità di assorbimento”) al singolo lavoratore (gestore o Titolare che sia) è stupido, controproducente e contrario ai principi etici alla base del nostro lavoro. Farlo nell’ambito di un processo di valutazione finalizzato alla crescita professionale è ridicolo e contrario alla normativa aziendale.
Il clima di terrore che si respira ai piani alti e medi della nostra Azienda si sta via via diffondendo attraverso forme ansiogene e inammissibili di pressione su tutta la Rete. Purtroppo nulla di nuovo sotto il sole, bensì una modalità ottocentesca di considerare i lavoratori. Tutto ciò è inutile o peggio dannoso e controproducente.
Chiediamo quindi alla Direzione dell’Area (anche se non sappiamo bene nella figura di chi, ahinoi) di fornire al più presto spiegazioni precise in merito alle direttive impartite alle strutture di Rete nell’ambito dell’assegnazione degli obiettivi, e soprattutto di farsi carico di censurare queste modalità scorrette sia nella forma che nella sostanza.
Se ciò non avverrà e tali modalità saranno invece avallate dalla Direzione, siamo pronti a portare le nostre considerazioni, con tanto di esempi concreti, a quelle Autorità di vigilanza evidentemente più sensibili ai richiami alla dignità dei lavoratori e alla centralità del cliente.
P.S. a proposito di pressioni dannose e controproducenti: ma la Direzione dell’Area è a conoscenza del fatto che spingere i colleghi a ritardare artificiosamente la chiusura dei conti correnti o richiedere autorizzazioni preventive oltre a quella del cliente stesso e del Titolare è contrario alla normativa vigente e agli impegni assunti dalla Banca nell’ambito del Consorzio Pattichiari? Vogliamo, nel dubbio, chiedere a quest’ultimo un’opinione in merito al contenuto di certe email che circolano con sempre maggiore frequenza? Anche su questo gradiremmo una risposta. Chi deve si assuma le proprie responsabilità!
Roma, 23 aprile 2013 LA SEGRETERIA RSA DI ROMA E PROVINCIA