SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI SOSPETTE DI RICICLAGGIO.
EMILIA ROMAGNA, REGIONE IN PRIMA LINEA
Presi dalle scadenze quotidiane del nostro lavoro, concentrati sulla necessità di una conversione in senso commerciale della nostra attività quotidiana, potrebbero sfuggirci quelle che sono le incombenze che differenziano il nostro lavoro da quello di un qualsiasi cassiere o impiegato di altre aziende. Come bene sappiamo lavorare in aziende di credito ci rende soggetti a normative che prevedono incombenze civili e persino penali, una di queste è la normativa Antiriciclaggio. Così cogliamo l’occasione della pubblicazione del Report dell’Ufficio Investigazioni Finanziarie-UIF di Banca d’Italia che puntuale, a fine settembre, è uscito con i dati aggiornati al primo semestre 2017 sulle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo internazionale.
Da una veloce lettura emerge il senso drammatico per la nostra economia – anche emiliano romagnola – del nesso fra risorse illegali, evasione, riciclaggio, presenze mafiose.
I DATI: Il numero di segnalazioni sospette raccolte da UIF, è solo apparentemente in leggero calo rispetto al 2016, ma in realtà ancora in crescita, se opportunamente letto al netto delle migliaia di casi di “voluntary disclosure” per la regolarizzazione volontaria (!!) di ingenti depositi abusivi all’estero.
La nostra regione appare del rosso più intenso e diffuso, confermando l’estensione radicata del riciclo ed illegalità economiche, che pone l’Emilia Romagna al 5° posto dopo Lombardia, Campania, Lazio e Veneto. Nel 1° semestre di quest’anno, nelle nostre province si sono raccolti 3.250 casi segnalati: ben 522 in più rispetto allo stesso semestre 2015, nove pratiche ogni santo giorno, feste comprese.
Dati divisi per Provincia: Bologna n° 753 segnalazioni, Modena n° 529 (prima provincia in rapporto a popolazione ed imprese), Reggio Emilia 446, Parma 408, Rimini 311, Forlì 242, Ravenna 224, Piacenza 204, Ferrara 133.
I dati emiliano romagnoli fotografano una realtà economica grigio/nera molto preoccupante perché lo stesso Report li classifica “per il 53,7% a rischio medio ed elevato”.
In concreto, di cosa si tratta? Di bonifici ricevuti/ordinati; vendita/acquisto di titoli; erogazione/rimborso di finanziamenti; assegni su/da conti; ecc…
Ancor più importante, di chi si tratta? Di intermediari finanziari, con operazioni in media di 1.385.000 euro. Di imprenditori di industria o edilizia con una media operazioni di 71.500 euro, di commercio e servizi per 45.200 euro in media.
Altro buco nero sorprendente per l’Emilia Romagna è il persistente podio sul traffico di “bonifici da/verso” Paesi Paradisi Fiscali, con in primis, Modena e Ravenna per circa il 15% del totale dei bonifici esteri, seguono Reggio e Bologna con circa il 10%.
Inoltre il Report introduce una ben strana novità che sembra riportare al secolo scorso, le “sospette operazioni di scambio oro” per circa 7.500 milioni. Anche qui la nostra regione sta in prima fila col 72% di questi scambi in Italia e 28% con l’estero. Con Modena in primis, seguita da BO e FE.
Come sindacato da sempre invitiamo a tenere alta la guardia rispetto a questo tema che ci coinvolge direttamente, sia per il nostro lavoro che per il nostro essere cittadini che sperano in una società maggiormente “legale”.
A cura della Fisac/Cgil Emilia Romagna