Banche, addio a sportelli e assegni: gli italiani preferiscono le operazioni elettroniche
C’era una volta lo sportello bancario. Tra telefonini e Internet, andare in filiale è sempre meno di moda. E di pari passo crescono le operazioni elettroniche, con buona pace dei vecchi assegni di carta. L’Associazione bancaria italiana ha reso noto i comportamenti dei clienti degli istituti di credito e ha registrato un grande cambiamento spinto dall’esigenza di svolgere velocemente e in mobilità le operazioni bancarie. Da qui la crescita esponenziale dei canali a distanza. Nel corso di un seminario dell’Abi è emerso che mediamente quasi 2 operazioni del cliente su 3 sono digitalizzate (senza contare i pagamenti effettuati con carte), l’uso dello smartphone per i contatti con la banca è quadruplicato in 4 anni, dal 2012 al 2016.
Di conseguenza l’agenzia bancaria cambia il suo ruolo e, ha spiegato Gianfranco Torriero, vice direttore generale, “anche nel corso degli ultimi mesi è proseguita la riduzione delle filiali bancarie con gli sportelli scesi sotto le 28mila unità” e “si riducono fortementente le visite in agenzia da 1,5 ad 1 al mese”. E c’è un’evoluzione anche nelle forme di pagamento che registrano un vero e proprio crollo per gli assegni il cui utilizzo è sceso del 58,4% dal 2005 al 2016 mentre sono aumentate del 368% le operazioni con carte su Pos anche se, evidenzia l’Abi, “siamo ancora distanti dalla media dell’area euro”.
Nel dettaglio il boom per le carte impiegate in operazioni tramite Pos è confermato da una quota sul totale dei pagamenti del 53,5%, a oltre 3 miliardi di strisciate. Nel 2005 erano state ‘appena’ 656 milioni le operazioni. L’utilizzo del vecchio assegno è stato pari a poco più di 186 milioni di titoli di pagamento strappati dal blocco, in diminuzione del 58,4% e rappresentando nel complesso appena il 3,2% della quota del totale delle operazioni diverse dall’utilizzo del contante.
Anche il terzo metodo di pagamento senza contante, il bonifico bancario, è cresciuto nettamente: +109%, rappresentando una quota del 43,3% del totale delle operazioni con quasi 2,5 miliardi di operazioni nel 2016.