Intesa Sanpaolo: lettera degli RLS sulle misure di prevenzione Coronavirus

 

Al Datore di Lavoro di
Intesa Sanpaolo S.p.A.
Dr. Fabio RastrelliAl R.S.P.P.
Intesa Sanpaolo S.p.A.
Arch. Dario Russignaga

A
Medicina del Lavoro

Emergenza Coronavirus

 

Gli scriventi RLS rimarcano come le indicazioni delle Istituzioni per una corretta gestione del rischio pandemico abbiano subìto negli ultimi tempi delle importantimodificazioni, considerata l’insorgenza dell’aggravamento del rischio contagio per via delle nuove e più aggressive varianti del virus.

Riteniamo pertanto opportuno sollevare alcuni temi, che a nostro avviso devono trovare immediata risposta in un commisurato innalzamento delle misure precauzionali prese in azienda, anche in ottica predittiva e preventiva.

La Circolare n. 3787 del 31/01/2021 del Ministero della Salute, con riguardo alle varianti del Regno Unito, Sudafrica e soprattutto Brasile, suggerisce le seguenti cautele rafforzate:

– ricerca e alla gestione dei contatti di casi COVID-19 sospetti/confermati da variante e tempestiva identificazione sia i contatti ad alto rischio (contatti stretti) che quelli a basso rischio di esposizione, come ad es. una persona che si è trovata in un ambiente chiuso, quali aule, sale riunioni, per meno di 15 min.;
– ricerca retrospettiva dei contatti (fino a 14 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi del caso, o di esecuzione del tampone se il caso è asintomatico), al fine di identificare la possibile fonte di infezione ed estendere ulteriormente il contact tracing ai casi eventualmente individuati;
– esecuzione di test molecolare ai contatti (sia ad alto che a basso rischio) il prima possibile dopo l’identificazione e al 14° giorno di quarantena, al fine consentire un ulteriore rintraccio di contatti, considerando la maggiore trasmissibilità delle varianti;
– quarantena ininterrotta al decimo giorno.
– gestione più rigorosa dei contatti, comunicando loro, nella settimana successiva al termine della quarantena, di osservare rigorosamente le misure di distanziamento fisico, di indossare la mascherina e in caso di comparsa di sintomi isolarsi e contattare immediatamente il medico curante.

La gravità della nuova situazione è assai chiaramente delineata, fra l’altro, dai comunicati stampa dell’Istituto Superiore di Sanità (si vedano il n. 11, il 12 e il 15), che documentano con grande evidenza come la variante inglese stia diventando di gran lunga quella prevalente nel paese; stando ad uno studio CNR, “senza alcun’altra misura di contenimento dei contagi di Sars-Cov-2, nelle Regioni che si trovano già ad avere il virus variato almeno al 50%, la variante a maggiore contagiosità sostituirà pressoché totalmente la versione ‘standard’ nell’arco di un mese e mezzo a partire da oggi. Dunque, a fine marzo”.

Per le varianti sudafricana e brasiliana, l’ISS evidenzia non solo una trasmissibilità più elevata ma anche la possibilità che i vaccini possano risultare inefficaci o solo parzialmente efficaci.

ISS afferma che la diffusione delle varianti comporta un aumento della gravità della malattia, maggior rischio di ospedalizzazione, maggior trasmissibilità, aumento delle infezioni e dei casi gravi, e che per questi motivi occorre innalzare le misure di mitigazione, per contenere e ridurre la diffusione del virus.

Gli attuali dati di contagio, ai massimi da inizio pandemia, ed il dilagare delle zone rosse confermano le preoccupanti previsioni CNR e ISS.

Il Rapporto Covid n. 4/2021 del ISS indica che la presenza delle varianti comporta un “rischio di trasmissione molto alto”, e rileva che “l’individuazione delle zone geografiche in cui sia documentata la circolazione delle varianti diventerà presto inefficace per il contenimento della trasmissione, vista la rapidità con cui in genere avviene la sostituzione del virus circolante con la nuova variante virale”; data la “maggiore carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infettate da queste nuove varianti”, raccomanda il “rispetto di tutte le misure di controllo non farmacologiche, oltre a evitare gli spazi chiusi e, nel caso di lavoratori, rispettare tutte le ulteriori misure di prevenzione eventualmente prescritte” ed il mantenimento in essere dei “programmi per l’implementazione delle precauzioni standard e aggiuntive (da contatto, droplet e aerea) validi per la prevenzione e il controllo di tutte le infezioni”, indicando tassativamente che “il rafforzamento delle misure di prevenzione, per essere efficace, deve essere immediato”.

Per adeguarsi rapidamente al peggiorato contesto, il modello predittivo elaborato ed utilizzato dall’Azienda deve essere volto a prevenire in modo lungimirante l’andamento dei contagi, innalzando drasticamente e in anticipo le contromisure, in modo da avere nel tempo meno danni possibile.

Inoltre, considerata la massima attenzione da porre al contagio per via aerea, particolarmente critico per le varianti, si chiede nuovamente di innalzare il livello di guardia sugli impianti aeraulici, verificando nuovamente che in ogni luogo di lavoro siano state adottate tutte le cautele previste (eliminazione ricircolo, massimo potenziamento immissione aria fresca) e attenendosi alla raccomandazione di pulizia settimanale dei filtri come da indicazioni ISS, ecc. La decisione comunicata agli RLS della Lombardia (nelle filiali con casi multipli verrà fatta una sistematica valutazione della qualità dell’areazione) va in questa direzione, e chiediamo che tale cautela venga estesa a tutto il territorio nazionale.

Abbiamo preso visione della documentazione consegnataci il 24/2/21, ove sono riportati fra l’altro a pag. 61 i contenuti della sopra citata Circolare 3787 del Ministero della Salute; in base a tali assunti, in riguardo ai casi riscontrati o sospetti di infezioni da variante del Sars-Cov2, ISP dichiara di applicare gli scenari descritti alle pagg. 65 e 66 delle slides.

L’approccio è condivisibile, tuttavia, considerato che il quadro descritto dalle Autorità Sanitarie è estremamente preoccupante e impone uno scatto in avanti delle contromisure, chiediamo che, in un lasso di tempo il più breve possibile,vengano ovunque adottate come procedure standard, per tutti i casi conclamati o sospetti (senza attendere i tempi del tampone molecolare che certifichi il contagio da variante), le precauzioni rafforzate elencate dalla predetta Circolare.

Vi chiediamo, inoltre, di fornire un quotidiano report agli RLS competenti per ciascun territorio, ove siano evidenziati tutti i casi di contagio riscontrati, indicando quali di questi siano ascrivibili a variante, e luogo per luogo quali precauzioni siano state prese, il livello di profondità del contact tracing, le sanificazioni effettuate, le eventuali verifiche dell’efficacia della ventilazione dei locali, ed ogni altra informazione utile affinché possiamo renderci conto dell’efficienza delle contromisure adottate, e aver così modo di fornire il nostro contributo di proposte e di verifiche, in osservanza alle prerogative a noi concesse dal D.Lgs. 81/2008. Per consentirci di svolgere in pienezza di funzioni il nostro ruolo e per risolvere le asimmetrie informative che riscontriamo fra le diverse regioni, chiediamo che tale metodologia di report venga adottata su tutto il territorio nazionale con pari puntualità e ampiezza di dati forniti.

Registriamo, in ultimo, che La Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 25 gennaio 2021, ha sancito l’accordo, ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, sul Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021-2023).

Non concordiamo con le valutazioni espresse durante le consultazioni del 24/2/21 dal RSPP riguardo la presunta non cogenza di tali disposizioni (a suo dire non operative, in mancanza di ulteriori passaggi approvativi), in quanto è proprio il richiamato art. 4 del D.Lgs 281/97 a precisare che questi “accordi si perfezionano con l’espressione dell’assenso del Governo e dei Presidenti delle regioni e delle province”; assenso che è stato concesso, e, pertanto, gli obblighi chiaramente indicati a carico dei Datori di Lavoro devono essere immediatamente adottati, nel rispetto dello spirito dell’intero testo, che non si pronuncia indicando opzioni o priorità, ma ben determinati doveri.

Rimarchiamo in particolare gli obblighi introdotti dall’appendice A1 “Sicurezza sul Lavoro” del PanFlu 2021 – 2023, ove sono disposte alcune nuove direttive che ogni Datore di Lavoro deve immediatamente adottare, ossia:
– “riorganizzazione dei processi di lavoro “(…rinuncia alle attività non urgenti e non assolutamente necessarie, adozione di smart-working)”;
– “L’azienda deve quindi mettere in atto misure organizzative quali: sospendere tutte le attività aziendali che prevedono assembramento di persone; adottare misure sulla base degli aspetti epidemiologici della pandemia (teleconferenze, telelavoro, modifiche degli spazi di lavoro, installazione di barriere di protezione impermeabili tra i clienti e il personale); provvedere alla disinfezione delle superfici contaminate con detergenti normalmente reperibili in commercio con una formulazione attiva nei confronti del patogeno responsabile della pandemia; programmare sanificazioni ordinarie e/o straordinarie degli ambienti; garantire la permanenza in sicurezza dei lavoratori presso la struttura e contestualmente limitare l’esposizione al rischio di contagio; in fase di organizzazione dei processi di lavoro, tenere conto della situazione familiare dei collaboratori e dei possibili obblighi di assistenza che ne possono derivare (p. es. cura di familiari malati, custodia di figli in età prescolastica e scolastica in caso di chiusura di asili o scuole ecc.).”

Abbiamo registrato con grande favore l’intenzione espressa dall’Azienda di voler dotare di plexiglas tutte le postazioni al pubblico, di fornire nuovamente le mascherine FFP2, e di dotare ogni luogo di lavoro di termoscanner: nel chiedere la massima rapidità nella fornitura di tali apprestamenti, alla luce di quanto sopra ed a mente anche vari pronunciamenti in merito già espressi da varie Autorità, Sanitarie e non, chiediamo di:

– organizzare la rilevazione della temperatura all’ingresso in modo da garantire sempre un controllo costante ed efficace, con l’effettiva e costante possibilità di escludere l’ingresso di chi – collega o cliente o fornitore – risulti avere una temperatura corporea superiore a 37,5°;

– adottare i kit individuali di sanificazione, affinché ogni lavoratore/lavoratrice possa provvedere in assoluta autonomia alla sanificazione della postazione di lavoro dopo ogni cliente e modificare l’organizzazione del lavoro, in modo che tale obbligo sia esigibile effettivamente e con certezza, avendo anche cura di controllare il puntuale rispetto della misura precauzionale;

– curare particolarmente la “messa a terra” di ogni disposizione aziendale, richiamando tutti i Responsabili di ogni luogo di lavoro ad una scrupolosaosservanza della normativa aziendale di contrasto al virus. Registriamo infatti che molto spesso soggetti con sintomi non vengono immediatamente individuati ed allontanati, che si continua a consumare il pasto in ambienti in comune, che continuano riunioni in presenza o affiancamenti, ecc.

adottare nuovamente anche nella Rete Filiali un maggiore ricorso allo smart working, al momento praticamente inesistente; considerata l’imminente fase di accorpamenti filiali, l’adozione permanente della modalità di lavoro agile appare non solo necessaria a termini di legge, al fine della riduzione del rischio pandemico, ma è diventata anche una stringente necessità organizzativa: non possiamo neppure ipotizzare che i luoghi di lavoro possano essere affollati, tantomeno se si trattasse di colleghi alla disperata ricerca di una postazione libera;

mantenere, in via preferenziale, gli appuntamenti anche per il servizio di cassaper tutto il periodo di vigenza dello stato pandemico sull’intero territorio nazionale, al fine di evitare il disorientamento della clientela e le possibili code e/o eventuali aggressioni, fisiche e verbali, riconducibile alla gestione degli ingressi dell’utenza;

per le attività non remotizzabili, ubicate in zone arancioni, arancioni scure e rosse, in analogia con quanto già accade nelle zone bianche/gialle), prevedere l’introduzione di una percentuale massima di presenza, allo scopo di ridurre gli spostamenti, adeguare il numero di presenze e contrastare così l’aumento del rischio contagio.

* * * * * * * * * * * * * *

Infine, dalle slides presentateci il 12/02/2021 circa la preparazione degli accorpamenti e l’attività di DCIL per modifiche nelle strutture delle Filiali conseguente all’ingresso di UBI, apprendiamo che è giustamente prevista una attività di illustrazione dei progetti e di informativa agli RLS, a cura della Direzione Tutela Aziendale. Ci preme sottolineare che gli RLS dovranno essere informati su tutti i dettagli, inclusa la messa a disposizione dei progetti e dei DUVRI, e auditi con congruo preavviso prima dell’inizio dei lavori, al fine di poter esporre le nostre osservazioni.

In attesa di seguito, e di discutere i temi trattati in incontro, cordiali saluti.

Milano, 26/3/2021

Gli RLS di Gruppo Intesa Sanpaolo

 

Was this article helpful?
YesNo

    Questo articolo ti è stato utile No

    Pulsante per tornare all'inizio
    error: Content is protected !!