Inform@fisac marzo 2018

UNIPOL TENTA L’AFFONDO SULLA POPOLARE EMILIA. RASTRELLATO QUASI IL 10%

La Compagnia avrebbe raddoppiato la sua partecipazione. Cimbri tratta con la vigilanza le condizioni per salire ancora

In Emilia qualcuno la chiama già «l’ Intesa-Generali del tortellino». E, scherzi a parte, a Bologna, sede di Unipol, l’ idea di un affondo verso la banca modenese Bper si è rafforzato, nell’ ottica di creare il quinto polo finanziario italiano con attivi per 55 miliardi.
Intanto la quota di Unipol Sai nell’ ex popolare dell’ Emilia Romagna, ufficialmente al 5,01% dal 19 dicembre scorso, sembra sia aumentata.
Fonti finanziarie la danno oggi più vicina al 9,99%, soglia oltre cui va chiesta l’ autorizzazione alla vigilanza di Banca d’ Italia. Un portavoce di Unipol non ha voluto commentare l’ indiscrezione: se ne saprà di più dal 22 maggio, quando gli azionisti Bper si presenteranno a staccare il dividendo da 6 centesimi. Ufficialmente, l’ ingresso nel capitale di Bper serve a Unipol a tutelare il comune accordo distributivo: la banca vende polizze delle coop sui suoi sportelli, da un decennio e secondo intese di prossima scadenza.
Ma gli acquisti in Borsa – dove Bper è salita del 45% in sei mesi – paiono un antipasto di quel che si prepara. L’ ad Carlo Cimbri, leader del gruppo nato dall’ unione di Unipol e FondiariaSai, da mesi guarda avanti e studia come compiere un altro salto dimensionale, e lasciarsi alle spalle l’ eredità di Unipol banca, che poche gioie ha dato alle cooperative azioniste. Un anno fa cercò di usare la controllata (con 9 miliardi di euro di impieghi ma redditività vicina a zero, anche perché 3,7 miliardi sono crediti deteriorati), come pedina di scambio nel risiko tra Siena, Ubi, Banco popolare e Bpm. Non riuscì, perché Unipol banca ha poco valore in queste condizioni.
A fine 2016 il gruppo Unipol ha quindi deciso – e annunciato – che prima ripulirà quei crediti, creando una bad bank da inglobare nella casa madre nel corso del 2017. Quella pulizia secondo stime degli operatori potrebbe richiedere patrimonio aggiuntivo per 6-700 milioni di euro a Ugf, se volesse aumentare le coperture dell’ omonima banca sul livello scelto dall’ ad Alessandro Vandelli per le sofferenze di Bper, come preludio a una loro integrazione.
Tuttavia parte di quel capitale Unipol potrebbe recuperarlo proprio diversificando i suoi attivi nel settore bancario, in base alle complesse regole di Solvency II sui patrimoni assicurativi. Uno schema preliminare, messo a punto dalla dirigenza Unipol e di cui Cimbri inizia a discutere con le vigilanze di credito e polizze, ipotizza il conferimento di Unipol Banca ripulita in Bper, e una crescita nell’ azionariato del polo da parte dei bolognesi, a consolidare il ruolo di primo socio, con l’ effetto per Unipol di migliorare la redditività del gruppo e liberare patrimonio per centinaia di milioni.
Spesso infatti la vigilanza offre “sconti” alle partecipazioni incrociate banche-assicurazioni. Così è per il 13% di Mediobanca in Generali (che gode del cosiddetto danish compromise per chi fa credito), così avrebbe potuto essere se Intesa Sanpaolo avesse portato a segno la scalata al Leone di Trieste. È un fatto, comunque, che la Bce vede con favore simili integrazioni, al fine di rendere meno bancocentrico e più aperto al mercato dei capitali il sistema finanziario.
Se la logica e i numeri elaborati a Bologna fossero incoraggiati a Roma, insomma, nelle prossime settimane il progetto di Unipol potrebbe accelerare, anche con il vento a favore degli investitori di mercato, che dalle voci partite a dicembre sono parsi piuttosto inclini a seguire i piani di Cimbri. Il progetto, comunque, è di complessa esecuzione e dovrà superare la freddezza del management e dei soci modenesi di Bper.
Anche se la trasformazione in spa la rende ormai contendibile: già con il 5% Unipol è la prima forza singola. Lo si è visto all’ assemblea di aprile, quando nella lista di maggioranza che ha rinnovato mezzo cda è entrato al terzo posto Alfonso Galante, ex di Mediobanca assunto da Cimbri come capo delle strategie di Unipol.

Articolo di Andrea Greco su “La Repubblica”


ASSEMBLEA >> LE MANOVRE IN VISTA DEL RINNOVO DEL CDA

Bper, accordo con Unipol per la lista di maggioranza

Un patto che, con l’appoggio delle Fondazioni, potrebbe essere determinante per la conferma dell’attuale governance con Odorici, Caselli e l’AD Vandelli

La data è stata fissata per sabato 14 aprile alle 9 nei padiglioni di Modena Fiere e sarà la seconda assemblea di Bper Banca dopo la trasformazione in società per azioni. Seconda in assoluto ma la prima in cui è previsto il rinnovo integrale del Cda.
Secondo le anticipazioni degli osservatori più autorevoli l’attuale Cda ha ormai approntato la lista di maggioranza che si presenterà in assemblea, lista che di fatto sarà espressione dell’attuale governance e che dovrebbe comprendere l’attuale presidente Luigi Odorici, il suo predecessore Ettore Caselli e l’amministratore delegato Alessandro Vandelli.
Sarà un’assemblea importante perché per la prima volta l’attuale governance potrà essere esposta al rischio teorico di un ribaltone da parte di qualche forza esterna capace di coagulare attorno a sé un numero sufficiente di azioni per puntare al controllo del sesto gruppo bancario italiano.
La governance tutt’ora in sella punta da tempo alla costituzione di un gruppo che dia vita a un patto parasociale forte al punto da poter resistere a qualsiasi assalto. In questo senso un ruolo determinante può essere ricoperto dal Gruppo Unipol perché la società bolognese guidata da Carlo Cimbri è il maggiore azionista di Bper Banca con una quota vicina al 10 per cento. Attualmente nel CdA è presente Alfonso Roberto Galante, entrato proprio in rappresentanza di Unipol. Qualcuno aveva addirittura ipotizzato un attacco dello stesso Cimbri alla governance in carica ma ora sarebbe stato raggiunto un accordo con Unipol che sarebbe garanzia di continuità per chi sta alla guida di Bper.
La lista di maggioranza dovrebbe poi ottenere l’appoggio degli azionisti privati e delle fondazioni: su tutte Banco di Sardegna oltre a Cassa Provincia dell’Aquila, Banca del Monte di Foggia, Cassa Brà e Cassa Vignola, realtà che secondo le indiscrezioni potrebbero ottenere tre posti nel CdA in forza di un 10 per cento circa di azioni detenute nel capitale Bper.
La lista di minoranza, come nel 2017, dovrebbe essere promossa da Assogestioni per conto di alcuni dei fondi d’investimento presenti in misura consistete nel capitale di Bper: già nell’assemblea dello scorso anno la lista di Assogestioni era riuscita ad ottenere un risultato significativo.

Fonte: Gazzetta di Modena


Bper entra Carisbo (1,3%). Stallo Corradini-Odorici, spunta Ferrari presidente

LE FONDAZIONI VANNO OLTRE IL 10% DEL CAPITALE E SCAVALCANO UNIPOL. SI PUNTA A UN AMPIO RICAMBIO DEL BOARD. VANDELLI CONFERMATO


Fondazioni in movimento nel capitale di Bper; con un’operazione di sistema gli enti stanno superando, tutti insieme, il 10%, scavalcando Unipol attestata al 9,9%. Di recente, nell’azionariato della Banca di Modena sarebbe entrata la Fondazione Carisbo con una quota di circa l’1,3%: il 6 febbraio scambiati 10,1 milioni di titoli, il 5 marzo 16,4 milioni. E come l’ente bolognese che è anche nel capitale di Intesa Sanpaolo con il 2%, la manovra in corso coinvolge altre fondazioni presenti negli assetti di grandi banche.

A una settimana dalla presentazione della lista del cda, la prima ex popolare a cambiare in toto tutto il consiglio (15 membri), i giochi stanno diventando infuocati. E sembra che le fondazioni abbiano chiesto suggerimenti al patron dell’ACRI Giuseppe Guzzetti.

Con la regia di Paolo Cavicchioli, presidente della fondazione Cassa di Modena, azionista con il 3%, sono state mobilitate tutte le fondazioni già azioniste e quelle esterne dell’Emilia Romagna. Nel capitale di Bper ci sono Banco di Sardegna con il 3,4%, Modena, Cr Provincia dell’Aquila, Banca Monte di Foggia, Cr Brà, Cr Vignola, Cr Forlì con quote sotto l’1% a testa. La rete sarebbe stata estesa a Carisbo, Manodori e Cariparma. Appunto si è voluto dare all’iniziativa un significato quasi di sistema in nome del radicamento territoriale. La manovra va in funzione del rafforzamento della govenance, della creazione di ulteriore valore e di preparazione al risiko dove la ex popolare modenese è considerato uno dei pivot.

IL TERMINE DI MERCOLEDI’ 15

L’appuntamento alle porte è la govenance. Entro mercoledì 15 va presentata la lista del cda: Bper è la seconda società dopo Prelios ad aver messo in statuto questa prerogativa che è stata seguita da Unicredit. Entro il 20 potranno essere presentate le altre liste, a cominciare da quella scontata di Assogestioni ed eventualmente da chi dovesse uscire deluso dal tentativo in corso di una lista del cda condivisa.

Quasi scontata la conferma dell’ad Alessandro Vandelli, fondazioni, Unipol e soci privati si stanno contando sulla scelta del presidente. Gli enti puntano su Carlo Corradini ex ad di Banca Imi ai tempi di Sanpaolo Imi , già consigliere di Intesa Sp e oggi presidente del collegio sindacale di cdp; i soci privati con l’appoggio di Unipol vorrebbero la conferma dell’attuale numero uno Luigi Odorici, ex ad. Di fronte all’impasse tra i due schieramenti, nelle ultime ore starebbe spuntando la candidatura di Pietro Ferrari, presidente della Confindustra Emilia Romagna, patron della Ferrari spa, attiva nella realizzazione di impianti industriali meccanici, elettrici, di celle climatiche, nonché omonimo del figlio del Drake. Domani è in calendario una riunione del cda che potrebbe fare un esame della situazione. C’è la volontà di Unipol e di altri soggetti di promuovere comunque una discontinuità nel segno di un rinnovamento di una parte del board. Un consiglio straordinario chiamato a varare la lista potrebbe tenersi a ridosso di mercoledì 15.

Articolo di Rosario Dimito su “Il Messaggero”


Finanza & Mercati: Unipol muove su BPER,
lettera al consiglio per un board più forte

 

Nessun uomo Unipol nel consiglio di amministrazione di Bper. Il primo azionista della banca popolare, con una quota di poco inferiore 10%, ha deciso di restare fuori dal board dell’istituto. E lo ha fatto mettendo nero su bianco le ragioni di questa precisa scelta di governance. Una mossa la cui ratio è quindi contenuta in una lettera inviata al cda della banca nei giorni in cui Bper era al lavoro per comporre la lista del consiglio. La compagnia in quella missiva di fatto ha spiegato, dopo un anno di presenza in cda di Alfonso Roberto Galante, direttore pianificazione strategica, investor relations e M&A di Unipol, di non sentire la necessità di inserire alcun rappresentante nel board. Pur rinnovando la fiducia al management, da cui ora si attende i risultati.

Allo stesso modo ha però sollecitato un forte rinnovamento in seno al consiglio che spezzasse le logiche localistiche a favore di una proiezione dell’istituto a livello nazionale anche in termini di gestione, oltre che territoriale. Ha in sostanza manifestato l’ambizione di poter leggere una lista composta di amministratori di profilo elevato e con forte competenze tecniche e settoriali che superasse i vecchi meccanismi di lottizzazione legati ai desiderata della base azionaria.

Invito che, analizzando i nomi, sembra essere stato raccolto, seppure a metà. D’altra parte, Bper ha avuto anche tempi piuttosto stretti per preparare l’elenco, poco meno di una settimana da quando ha avviato le manovre per definire i candidati, ossia a valle di un consiglio tenuto l’8 marzo. Di certo un segnale di rinnovamento c’è. Nella lista, che punta alla nomina di 15 amministratori per il triennio 2018-20, compare il nome dell’attuale amministratore delegato dell’istituto Alessandro Vandelli ma non quello del presidente uscente Luigi Odorici, che non è tra i nomi indicati così come quello del suo predecessore Ettore Caselli. Già questo, dunque, dimostra un taglio con il passato. Tanto più perchè il numero uno sarà con ogni probabilità Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia-Romagna.

Come è noto, i vertici del gruppo bancario qualche tempo fa avevano auspicato la presentazione di una lista da parte dello stesso consiglio di amministrazione che potesse incontrare un ampio consenso nell’azionariato della banca modenese, a partire dal cosiddetto «nocciolo duro» di azionisti stabili costituito dal partner industriale, Unipol, seguito dalle fondazioni (con l’8-9%) – su tutte Banco di Sardegna oltre a Cassa Provincia dell’Aquila, Banca del Monte di Foggia, Cassa Bra e Cassa Vignola – e dalle famiglie imprenditoriali espressione del territorio (con il 6-7%). In merito, guardando la lista e la sua composizione si coglie qualche nome di sicura espressione degli enti, vuoi perché la provenienza è sarda piuttosto che pugliese o abruzzese. Detto ciò, l’elenco completo vede in ordine Vandelli, Riccardo Barbieri, Massimo Belcredi, Mara Bernardini, Luciano Filippo Camagni, Giuseppe Capponcelli, Pietro Ferrari, Elisabetta Gualandri, Ornella Rita Lucia Moro, Mario Noera, Rossella Schiavini, Valeria Venturelli, Costanzo Jannotti Pecci, Valeriana Maria Masperi e Roberto Marotta.

Nei giorni scorsi anche Assogestioni ha presentato la propria lista a cui hanno aderito Aletti Gestielle, Anima, Arca, Eurizon, Fideuram, Generali Investments Luxembourg, Legal & General Assurance, Mediolanum, per un totale dell’1,4% del capitale. I candidati sono Roberta Marracino, Alessandro Robin Foti e Marisa Pappalardo.

 

Fonte: Il sole 24 Ore


Bper e Unipol, ecco mosse e pensieri fra Bologna e Modena per il rinnovo del cda della banca

 

Cari azionisti di Bper, serve un rinnovamento nel consiglio di amministrazione della Banca popolare dell’Emilia Romagna ma non vogliamo avere nostri uomini nel board. E’ questo in sostanza il messaggio che il gruppo Unipol (che ha circa il 10% di Bper) ha inviato a soci e vertici di Bper in vista dell’assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione della banca popolare con sede a Modena. Ecco le ultime novità con i nomi delle liste finora presentate e alcune indiscrezioni finanziarie sui progetti reconditi del gruppo banco-assicurativo. Si affilano dunque armi e diplomazie in vista dell’assemblea del 14 aprile che dovrà rinnovare il board di Bper per il triennio 2018/20, il primo dopo la trasformazione in spa. Ma partiamo dall’assetto azionario.

L’ASSETTO DELLA BANCA

Qual è l’assetto azionario di Unipol? Il gruppo capeggiato da Cimbri è seguito dalle fondazioni (con l’8-9%) – su tutte Banco di Sardegna oltre a Cassa Provincia dell’Aquila, Banca del Monte di Foggia, Cassa Bra e Cassa Vignola – e dalle famiglie imprenditoriali espressione del territorio (con il 6-7%).

LA LETTERA DI UNIPOL

Unipol, primo azionista della banca popolare, ha deciso di restare fuori dal board dell’istituto: il gruppo banco-assicurativo guidato dall’ad, Carlo Cimbri, non ha chiesto di avere un proprio rappresentante nel cda dell’istituto. E lo ha fatto mettendo nero su bianco le ragioni di questa scelta di governance. Una mossa la cui ratio è contenuta in una lettera inviata al consiglio di amministrazione dell’istituto nei giorni in cui Bper era al lavoro per comporre la lista del consiglio, svela oggi il Sole 24 Ore.

L’ANALISI DEL SOLE
La compagnia assicurativa in quella missiva di fatto ha spiegato, dopo un anno di presenza in cda di Alfonso Roberto Galante, direttore pianificazione strategica, investor relations e M&A di Unipol, di non sentire la necessità di inserire alcun rappresentante nel board. Pur rinnovando la fiducia al management, da cui ora si attende i risultati.
“Allo stesso modo – scrive il quotidiano di Confindustria – ha però sollecitato un forte rinnovamento in seno al consiglio che spezzasse le logiche localistiche a favore di una proiezione dell’istituto a livello nazionale anche in termini di gestione, oltre che territoriale”. Unipol in sostanza ha manifestato “l’ambizione di poter leggere una lista composta di amministratori di profilo elevato e con forte competenze tecniche e settoriali che superasse i vecchi meccanismi di lottizza zione legati ai desiderata della base azionaria”.

CHI ENTRA E CHI ESCE
Invito accolto dagli altri azionisti? Di certo un segnale di rinnovamento c’è. Nella lista, che punta alla nomina di 15 amministratori per il triennio 2018-20, compare il nome dell’attuale amministratore delegato dell’istituto Alessandro Vandelli ma non quello del presiente uscente Luigi Odorici, che non è tra i nomi indicati così come
quello del suo predecessore Ettore Caselli, fa notare il Sole. Tanto più perché il numero uno sarà con ogni probabilità Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia-Romagna.

INFO E INDISCREZIONI

L’azione di Unipol, secondo gli addetti ai lavori, è una mossa chiara a sostegno delle strategie dell’amministratore della banca, Vandelli. In più, secondo rumors finanziari, a Modena si parla di una prospettiva e di un percorso tutto da delineare per una futuribile aggregazione ampia con Unipol Banca, Carige e – si dice a Bologna – anche Mps. Il tutto entro il 2020. Si vedrà. Per il momento stiamo ai fatti e ai nomi per il prossimo consiglio di amministrazione.

LA LISTA DEL CDA

Gli occhi di Unipol sono dunque puntati comunque sul prossimo board Bper. Negli scorsi giorni il cda di Bper Banca ha presentato una propria lista di candidati in vista dell’assemblea del 14 aprile, chiamata alla nomina di 15 amministratori per il triennio 2018-2020. Ecco la lista completa. I candidati del Cda sono Alessandro Vandelli, Ornella Rita Lucia Moro (indipendente), Riccardo Barbieri, Mario Noera (indipendente), Massimo Belcredi (indipendente), Rossella Schiavini (indipendente), Mara Bernardini (indipendente), Valeria Venturelli (indipendente), Luciano Filippo Camagni (indipendente), Costanzo Jannotti Pecci, Giuseppe Capponcelli (indipendente), Valeriana Maria Masperi (indipendente), Pietro Ferrari, Roberto Marotta (indipendente) ed Elisabetta Gualandri (indipendente).

LA MOSSA DI ASSOGESTIONI

Anche i fondi azionisti riuniti in Assogestioni che detengono l’1,4% della Bper hanno presentato una lista in vista dell’assemblea del 14 aprile. Il coordinatore del comitato dei gestori, Simone Chelini, ha comunicato che Aletti Gestielle, Anima, Arca Fondi, Eurizon Capital, Eurizon, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Investimenti, Generali Investments Luxembourg, Legal & General Assurance (Pensions Management) Limited, Mediolanum Gestione Fondi, Mediolanum International Funds hanno depositato liste di minoranza di soli
candidati indipendenti per il rinnovo del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. La lista presentata per il consiglio di amministrazione è così composta: Roberta Marracino; Alessandro Robin Foti; Marisa Pappalardo.

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