Inform@fisac aprile 2018

Un dipendente NON PUO’ rimborsare provvigioni o piccole perdite

 

Quando ci si avvale della prestazione di un avvocato, di un architetto, di un dentista, di un qualunque professionista, al momento di pagare quanto dovuto accade spesso di intavolare una minima trattativa commerciale ed il professionista talvolta accorda una riduzione o almeno una limatura dell’ammontare della parcella.

Recentemente è emerso in una banca come alcuni direttori intervenissero personalmente a favore di certi clienti di rilievo per rimborsare provvigioni o piccole perdite verificatesi nel corso di operazioni di borsa. L’intervento era davvero personale, in quanto il direttore della filiale effettuava un bonifico dal proprio conto o un versamento in contanti a favore dei clienti interessati. Sia chiaro, si trattava di cifre modeste: qualche decina o al massimo qualche centinaio di euro.

Tali comportamenti non sono molto diversi da quello del libero professionista che concede uno sconto sulla parcella, ma sono incompatibili con un rapporto di lavoro dipendente, in particolare rappresentano una violazione dei codici etici che sono diffusi presso le banche e le assicurazioni.
Come tali, sono stati oggetto di procedure disciplinari che si sono concluse con altrettanti sanzioni.

Ancora una volta, il lavoro dipendente non è assimilabile al lavoro autonomo.

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