Perché la violenza sulle donne è razzista

In questa intervista lo psicanalista Massimo Recalcati cerca di spiegare le radici della violenza sulla donna, come tentativo di dominio della sua irriducibile libertà.
La violenza colpisce la donna in quanto luogo dell’altro, della differenza e questa è la stessa radice del razzismo.
La donna è diversa, perché è l’incarnazione della libertà, che non può essere governata. Il paternalismo ci ha provato in tutti i modi per secoli a dominarla senza mai riuscirci.
L’uomo indossa la divisa e quindi si uniforma, trova la sua identità nell’appartenenza.
La donna invece eccede ogni uniforme, ha un rapporto generativo e creativo, inventa ogni giorno il suo vestito come reinventa ogni volta se stessa. Ogni donna è unica.
Molti uomini avvertono un impulso pedagogico paradossale e pretendono di insegnare alle donne tutto, persino come bisogna essere donne.
Ma cosa me ne faccio di un amore che è l’esito di una prevaricazione, che trasforma l’altro in una cosa di mia proprietà?
È necessaria un’educazione sentimentale per contrastare questo analfabetismo affettivo.
Non è un caso che i femminicidi si moltiplichino proprio nella nostra epoca, in cui la donna non rinuncia a parlare nella propria lingua e rivendica il proprio diritto di parola

 

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