Quando si parla di crisi, logicamente si discute di come uscirne e spesso la risposta – diventata per molti, economisti e politici un assioma, un must -: è “si esce dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo”.
Anche noi lo facciamo, mentre denunciamo il ruolo delle banche e assicurazioni per la loro mancanza di assunzione di responsabilità verso la società, per la loro pratica in termini di retribuzioni del top management, sistemi premianti, politiche del credito etc.
A volte, però, nei vari ragionamenti, si ha la sensazione che alcuni elementi dei grandi mutamenti che si sono prodotti e che avverranno nell’economia, nella società in generale, nella vita quotidiana e nel pensiero di ognuno di noi, continuino ad essere inesplorati e per questo si rischi di non cogliere le enormi opportunità che si possono determinare e/o che possiamo determinare.
È possibile superare il modello liberista e costringere i nostri interlocutori sociali o istituzionali a cambiare e a praticare nuovi modelli o sistemi economico – sociali, se ci limitiamo a “parlare” di nuovo modello di sviluppo, senza inserirlo in una nuova prospettiva che sia lo sfondo, il background della linea e della pratica politica complessiva e motore delle alleanze sociali? È possibile assumere e collocare i nostri obiettivi dentro un ragionamento e un contenitore più complessivo?
Questo contenitore o anche questa prospettiva crediamo che possa essere la SOSTENIBILITÀ.
Anche la Sostenibilità rischia di diventare una parola vuota, se non si incarna in ogni aspetto della nostra linea politica e se non viene vissuta e praticata nelle categorie e nelle piattaforme che costruiamo.
Per questo può essere utile conoscere e analizzare il dibattito, le riflessioni e le scelte delle istituzioni a livello internazionale, in particolare in Europa, sul tema della Sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa.
Nel corso del 2011, come illustriamo nel documento che segue, molti tra istituzioni, enti etc., pur con finalità diverse e anche con non poche difficoltà, hanno assunto la Sostenibilità come terreno di ricerca e orizzonte per un diverso modello di sviluppo e come base per il dialogo e la coesione sociale
Dal nostro punto di vista occorre una forte indicazione in tal senso da parte della Confederazione, così come è necessario che tutte le strutture della Fisac assumano la Sostenibilità nella loro pratica quotidiana.
Non possiamo lasciare alle sole aziende la possibilità di trasformazione del modello di banca o assicurazione, per questo pensiamo sia importante coniugare i piani industriali con nostre proposte su organizzazione del lavoro, tempi di conciliazione, politiche di genere, welfare aziendale il tutto in un’ottica che vede la Sostenibilità come “sistema”.
Di rado siamo riusciti a costringere le aziende alla coerenza tra quanto dichiarato nei bilanci di sostenibilità/sociali e nei codici etici e la pratica corrente, per questo pensiamo fondamentale che lo stakeholder sindacato ricerchi il coinvolgimento in azienda sui temi della RSI e della sostenibilità.
L’Ufficio Nazionale Sostenibilità e RSI ha ritenuto opportuno, dopo il Convegno del 20 giugno u.s. “Sostenibilità e RSI -Strumenti, Esperienze e Opportunità”, racchiudere in un documento alcune riflessioni teoriche che stanno guidando il dibattito e le migliori pratiche aziendali, così come fornire elementi di conoscenza sulle decisioni delle comunità internazionali e sui nuovi strumenti o standard; in modo da poter offrire all’intera Organizzazione alcuni spunti per individuare la risposta alla domanda iniziale: “ma di cosa stiamo parlando?”
Il documento “Sostenibilità e Responsabilità Sociale d’Impresa, punto della situazione e possibili prospettive” è suddiviso in tre parti (che verranno pubblicate separatamente, una volta la settimana a partire da oggi, per facilitarne la lettura):
Breve resoconto del Convegno Nazionale del 20 giugno 2012
Esperienze, strumenti e linee di indirizzo internazionali
Prospettive
Nei prossimi mesi forniremo all’Organizzazione un documento di riflessione sul tema.