TOP EMPLOYERS
QUANDO L’APPARENZA INGANNA…E LASCIA L’AMARO IN BOCCA
In data 25 gennaio è stata pubblicata sulla pagina Galileo della Intranet di Gruppo, la notizia che per il 13° anno consecutivo il Gruppo Crèdit Agricole Italia è stato insignito della certificazione “Top Employers Italia”, che lo pone all’interno di un prestigioso gruppo di aziende che hanno raggiunto i più elevati standard nella gestione del personale. L’Azienda ha commentato: “Un riconoscimento che assume ancora maggiore valore alla luce dell’anno appena trascorso e che attesta l’impegno del Gruppo nel mettere in campo nuove iniziative in ambito di sviluppo e gestione del Personale, conciliazione vita-lavoro, benessere dei dipendenti e inclusione previsti dal Progetto Persone del nostro PMT in ottica di Employer Branding”.
Top Employers Institut certifica a livello globale le condizioni di lavoro messe in atto dalle aziende per i propri dipendenti e lo fa attraverso un questionario nel quale è l’azienda stessa a comunicare all’ente certificatore i criteri con i quali gestisce le risorse umane con riferimento a gestione dei talenti, pianificazione forza lavoro, retribuzione e benefit, cultura aziendale, possibilità di fare carriera, sviluppo della leadership ecc. L’autoincensamento aziendale lascia perplessi molti dipendenti e anche noi.
La realtà aziendale appare un po’… diversa.
Difficile per noi condividere questa enfasi, di un’azienda perfetta ove lavorare quando dalla rilevazione dei dati percettivi dei dipendenti dello stress da lavoro correlato si evidenziano per tutto il Gruppo più negatività che positività, dai questionari di clima interni che ci sembrano da anni affatto esaltanti con aree di auspicato ampio miglioramento che non migliorano mai, dall’evidenza di tante dimissioni volontarie in particolare di risorse giovani, dai toni esacerbati ed irrispettosi con i quali vengono intrattenuti i dipendenti nelle eccessive e plurigiornaliere riunioni di orientamento commerciale, nel sistematico mancato rispetto dei codici etico e di comportamento e dell’accordo sulle politiche commerciali (per le quali la Commissione, parte sindacale, è sommersa di segnalazioni formali da parte dei territori), dalla riduzione complessiva degli organici che agisce su carichi e ritmi di lavoro determinando continui sforamenti dell’orario di lavoro, sulla fruizione ferie o il recupero delle Banca Ore, e dalla sistematica chirurgica riduzione del costo del lavoro scaricando sui dipendenti il costo di una crisi senza precedenti nella quale tuttavia hanno dimostrato, ancora una volta, tutto il loro valore e i loro sacrifici consentendo all’azienda nonostante tutti i negativi fattori endogeni ed esogeni di ottenere ottimi risultati economici.
Da troppo tempo denunciamo quanto sopra e chiediamo un deciso cambio di marcia per un cambio culturale concreto e sostenibile, affinché le best practice non siano solo dichiarate per ricevere premi ma vengano applicate per un reale e tangibile miglioramento del benessere dei dipendenti, anche nell’interesse dell’azienda stessa.
E’ venuto il momento in cui certe notizie siano accolte e condivise dal Personale, magari andando fieri della propria azienda, senza lasciare l’amaro in bocca.
Parma, 1 febbraio 2021
FISAC-CGIL
Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia