Infortuni: i risultati della Commissione parlamentare d’inchiesta

(presentazione, n. 4, aprile 2013)
Un paese senza. Questo il titolo del numero di 2087 di aprile. Lo abbiamo mutuato dal famoso libro di Alberto Arbasino per raccontare innanzitutto l’ultima relazione della Commissione del Senato su salute e sicurezza sul lavoro, quella presieduta da Oreste Tofani, che negli ultimi anni ha raccontato la realtà italiana su questo fronte, delicato e decisivo per giudicare della civiltà di un paese. Un paese, il nostro, senza un vero sistema sicurezza. Con tante magagne e anche con tante buone pratiche; con leggi spesso buone, ma con la difficoltà di applicarle pienamente e coerentemente, con la difficoltà soprattutto di metterle a sistema, di fare sistema. E dall’ultima relazione della Commissione, licenziata il 15 gennaio, proprio in zona Cesarini, abbiamo tratto due capitoli, approfondendoli in modo particolare. Innanzitutto quello degli appalti, questione cruciale quant’altre mai.

“Anche se le disposizioni vigenti proibiscono espressamente di effettuare ribassi sui costi per la sicurezza nelle gare d’appalto – ricorda la Commissione –, proprio al fine di garantire le massime tutele per i lavoratori, nella pratica questo divieto viene spesso aggirato, soprattutto attraverso la catena dei subappalti, che quanto più si allunga tanto più rende difficili i controlli”. Questo avviene soprattutto nel settore privato, per il quale la legge non impone procedure di gara o meccanismi di selezione degli appaltatori, e tutto è basato sulla libera contrattazione delle parti. Ma queste anomalie si ritrovano anche nel settore pubblico: nonostante procedure e controlli più severi, le norme sono spesso disattese e molte aziende, per offrire prezzi più bassi nelle gare d’appalto, cercano di risparmiare proprio sui costi per la sicurezza, accrescendo i rischi per i lavoratori. “Una delle principali cause che determina questo meccanismo – si spiega – è il fatto che molte amministrazioni appaltanti utilizzano come criterio di valutazione delle offerte quasi esclusivamente il massimo ribasso d’asta che, pur del tutto legittimo, può però creare una serie di inconvenienti”.

La Commissione fa un vero e proprio viaggio nell’Italia degli appalti e dei subappalti, nel settore edile ma non solo, e avanza anche proposte concrete. “Per eliminare o quanto meno limitare il ricorso al massimo ribasso – scrive – occorre trovare sistemi (come il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che la legge già consente in alternativa a quello del massimo ribasso), che valutino l’offerta non solo attraverso parametri meramente economici, ma anche qualitativi”. Un altro rimedio consigliato è quello “della creazione delle stazioni appaltanti uniche per varie amministrazioni pubbliche, ad esempio per i Comuni di una stessa provincia, così da poter avere una ‘massa critica’ maggiore e realizzare una gestione centralizzata e più efficiente degli appalti, anche a livello di controlli. Modalità operativa, questa, che è già stata sperimentata con successo in diverse realtà italiane, spesso sotto la gestione delle Prefetture, soprattutto per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata”.

Il secondo capitolo è quello relativo ai benefici per i familiari delle vittime di infortuni mortali sul lavoro, ai quali, in più di un caso, sono state riconosciute indennità o pensioni di importo modesto o addirittura irrisorio. Anche qui, all’analisi fanno seguito proposte per migliorare la situazione, elaborate con la consulenza di Inail e Inps, gli enti che seguono le materie e che ovviamente operano secondo i dettami della legge.

Ma quello di aprile è un numero ricco. Dopo l’excursus sui lavori della Commissione, c’è un’analisi degli accordi sindacali e dei codici di condotta ed etici “valorizzati” dalla Commissione consultiva permanente sulla sua pagina del sito del ministero del Lavoro (http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/SicurezzaLavoro/MS/CommissionePermanente/CCP_Accordi_Sindacali_codici_condotta.htm). Per la verità di accordi sindacali ce ne sono assai pochi mentre la realtà sindacale, specie in alcuni settori (noi abbiamo approfondito quello agro-industriale), è assai più ricca. Ultimo, ma non certo per importanza, l’approfondimento sulla seconda Assemblea nazionale degli Rls della Filcams. Un appuntamento partecipato, un’iniziativa che ormai ha messo radici nella realtà del terziario, un lavoro portato avanti con passione e determinazione.

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