DOVE STIAMO ANDANDO: “Modalità Aereo”, un viaggio alla ricerca della disconnessione
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Chi lavora da diversi anni , potrà raccontare di come la tecnologia abbia radicalmente
modificato sia le modalità operative che comunicative della nostra attività.
Facciamo un passo indietro, diciamo dal 2006 in poi.
Ricordo l’utilizzo massivo di francobolli da affrancare alle lettere, rotoli di carta per fax sostituiti settimanalmente , alcune impiegate “storiche” dell’ Agenzia che di tanto in tanto usavano la macchina da scrivere e soprattutto il telefono.
Il telefono, sia fisso che mobile , solo attraverso la sua unica “applicazione” disponibile, ossia la telefonata o al
massimo un rigido sms, consentiva il contatto tra le persone.
Finita la settimana , probabilmente dedicavamo il 20% del tempo del week-end al lavoro il che significava
programmare l’attività, mettere ordine all’agenda , discernere le trattative calde da quelle fredde.
Una telefonata o un contatto ricevuti di sabato o di domenica , sicuramente non erano la consuetudine.
Successivamente , nel corso degli anni , la rapidità con cui gli strumenti tecnologici in generale, e quelli di contatto e comunicazione in particolare , hanno subito evoluzioni, è stata inarrestabile: internet , gli smartphone , le app , i social , le e-mail , e inoltre abbiamo imparato ad usare con disinvoltura termini come smart , download , link , motore di ricerca ecc.
Ovviamente l’evoluzione tecnologica è entrata prepotentemente all’interno del contesto lavorativo
cambiandone profondamente le caratteristiche.
Oggi possiamo fare cose che appena cinque fa erano impensabili , la velocità domina le nostre giornate,, tutto si deve fare subito, e dobbiamo esser sempre preparati a repentini cambiamenti.
E noi? E’ molto probabile che non siamo del tutto consapevoli di quanto siamo cambiati noi, e il modo di
relazionarci con gli altri; siamo stati non invitati in questo mondo ma “inghiottiti”.
E’ vero , siamo fortunati per quello che la tecnologia e il progresso ci hanno dato e per quanto ci hanno semplificato la vita e il lavoro, ma siamo anche parte di un mondo spietato che ci taglia fuori se non riusciamo a stare al “suo” passo e siamo soprattutto , sempre reperibili e collegati a qualcosa o con qualcosa.
Questa facilità e rapidità di contatto , attraverso e soprattutto l’utilizzo dei social e la creazione di “Gruppi” ,
non è sfuggita alle aziende, che possono inviare , in “real time”, ai loro collaboratori notizie , comunicazioni , ma SOPRATTUTTO , possono ricevere, in “real time”, l’attivazione ad una determinata cosa.
Ci ritroviamo così , che ad ogni iniziativa , fa da complemento uno strumento “Social”
La creazione di un gruppo social di lavoro , parte con l’intento di condividere spunti , idee, best practice , ma dopo un po’ c’è un affollamento di notifiche, i contenuti non sempre sono costruttivi (nella modalità di comunicazione, spesso asettica) e ci ritroviamo ad avere con gli stessi colleghi più gruppi che generano notifiche che a loro volta si sommano a quelle di gruppi già esistenti perché spesso il numero di telefono che usiamo per lavoro è anche quello che usiamo nella vita privata. Ed elemento non poco trascurabile è anche il senso di delusione che può nascere , soprattutto in un gruppo legato a performance di vendita , in quella persona che non riesce a stare al passo di colleghi che esultano per le loro vendite.
Facendo quindi parte di un mondo lavorativo parallelo a quello reale , ecco l’impossibilità di “disattivare” la connessione: sarebbe impensabile allontanarsi da quel mondo e perdersi una notifica che magari riguarda un’ informazione lavorativa importante oppure non posso perdermi il link del collega e più in generale, sarebbe “inadeguato ai tempi”, rispondere ad un messaggio di lavoro con un paio di giorni di ritardo , visto che utilizziamo strumenti di comunicazione istantanea
Di conseguenza il telefono è sempre acceso e siamo così sempre reperibili, sempre connessi , per tutti. E soprattutto siamo “istantanei” : una semplice App sostituisce, in un colpo solo , il fax, lo scanner , la mail il telefono quindi anche la richiesta di assistenza deve essere evasa velocemente.
Ne deriva che la reperibilità non è più una caratteristica propria di certe professioni ma anche noi , siamo sempre reperibili , perché siamo sempre online con le applicazioni che diventano unno strumento in cui si confonde lavoro e vita privata , siamo sempre in attesa di qualcosa “che non devo assolutamente perdere” , o ancora , perché devo postare il link “ da urlo” , devo far vedere “che sono sempre sul pezzo”, per usare una frase che va tanto di moda, perché la ” visibilità” passa anche dall’utilizzo di questi strumenti.
L’utilizzo dello smart working , ha reso ancora più labile il confine tra lavoro e vita privata , ha letteralmente fuso i due mondi , non si sa più dove inizia uno e dove finisce l’altro. Possiamo “entrare” in Agenzia quando
vogliamo grazie al tablet che abbiamo in dotazione, oppure toglierci alle tre del mattino quel dubbio che non ci ha fatto dormire riguardo la presenza di quella clausola nel contratto del cliente.
Siamo arrivati ad un punto dove la parola “disconnessione” , non è più un termine che riguarda solo il mondo del web : è un traguardo da raggiungere , è un non sentirsi più inseguiti , e un ritrovare se stessi e le proprie cose , è leggere qualcosa senza la compulsione di dover necessariamente aprire l’applicazione della posta elettronica vista qualche minuto prima. Insomma, è un lusso che non possiamo permetterci.
A questo punto dobbiamo farci una domanda: E’ pensabile vivere la vita lavorative annullando definitivamente l’utilizzo di social/App o gruppi di chat? La risposta probabilmente è no. Possiamo però provare a conviverci serenamente, stabilendo dei limiti di utilizzo.
Per esempio cambiando le nostre abitudini convinti che non è tutto così insostituibile , dedicando noi stessi e il nostro tempo alle relazioni umane e personali , eliminare tutto ciò che è superfluo, silenziare quelle fastidiose notifiche e leggere libri. Comprarlo , il quotidiano , e non postarlo digitale che poi neanche lo leggiamo.
E che è MEGLIO ricevere un bravo a voce da qualcuno, piuttosto che un applauso su Whatsapp.
Impegnarsi insomma affinchè il tablet e lo smartphone non diventino una estensione del nostro corpo e della nostra mente, DISCONNETTERSI , in una parola, ogni tanto.
Io ci proverò, non sono nato “Full digital” .. …..per fortuna.
G.L.