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Care colleghe e cari colleghi, siamo nel bel mezzo della seconda ondata del Covid-19, tutta la popolazione italiana, la sanità, le istituzioni stanno combattendo una battaglia contro questo difficile ed imprevedibile avversario. La nostra quotidianità è stata modificata nei comportamenti, nelle abitudini, affetti che non ci sono più. Ci apprestiamo a trascorrere le feste natalizie in un clima diverso dal solito sotto tutti i punti di vista, insomma per il momento nulla sarà come prima.
Però abbiamo sempre le eccezioni che non confermano la regola, stranamente provenienti dalla stessa area, stessa zona, stesso luogo e, fatecelo dire, stesso mare. Abbiamo più volte sottolineato che, l’Area Nord, purtroppo, si approccia alle tematiche dell’attività commerciale in maniera difforme rispetto alle altre, spinta forse da chissà quali obiettivi da raggiungere diversi dalle Aree Est, Ovest, Sud e Penisola.
In sintesi, vi raccontiamo ciò che è successo. Accade che si tenga una riunione ed arrivi la richiesta alle filiali dell’Area Nord di inviare giornalmente un report contenente, tra i vari dati, il numero delle telefonate effettuate, degli appuntamenti fissati, il numero degli incontri svolti e la produzione. Tutto ciò non si può fare per due ordini di motivi: è contrario agli accordi sulle politiche commerciali perché i dati devono essere estratti secondo modalità codificate e convenzionali; è contrario al buon senso, in questo momento gravissimo, incentivare gli ingressi e gli spostamenti dei clienti e dei colleghi; siamo nel campo dei controlli a distanza vietati dalla legge 300. Poi parrebbe succedere un miracolo, sembrerebbe sia arrivata l’illuminazione volta a stoppare questa iniziativa. Ed invece no! Adesso i report non sono obbligatori ma facoltativi. Siamo allo scandalo e l’insulto al buon senso ed alla buona volontà dei colleghi è palese. Ci chiediamo se chi impartisce certe direttive sappia cosa succede in rete e se abbia l’ansia del contagio che serpeggia tra i colleghi ed i clienti.
Ora, con tutti gli uffici centrali che abbiamo, con funzione di coordinamento di tutta l’operatività della banca, possibile che ci siano disposizioni talmente diverse, discordanti fra loro, che altro non fanno che alimentare ulteriori tensioni fra i colleghi? L’Area Affari, il cui interim a livello di responsabilità dura da circa 2 anni, non ha il compito di pianificare, dirigere, sovraintendere tutta la politica commerciale dell’azienda?
Forse è giunto il momento, a nostro avviso, di rafforzare il presidio di controllo in maniera tale che esternalizzazioni di disposizioni contrarie agli accordi di gruppo sulle politiche commerciali non facciano venire meno quello spirito di attaccamento al lavoro, al marchio, alle consuetudini, alla massima collaborazione tra vertici aziendali e lavoratori che costituisce e costituirà sempre un tandem vincente.
Non abbiamo bisogno, in questo momento di sentirci arrivare nelle nostre orecchie frasi tipiche di storiche battaglie, lasciamo che il “BANZAI” rimanga solo nella persona che lo esprime e non diventi un cult da imitare e portare ad esempio.
Sassari, 19 novembre 2020
LE SEGRETERIE DI COORDINAMENTO DEL BANCO DI SARDEGNA
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN