Intesa Sanpaolo Sardegna: meno pressioni più assunzioni

dal sito Fisac Intesa Sanpaolo
12 novembre 2020


COORDINAMENTI RSA INTESA SANPAOLO SARDEGNA

Nonostante stiamo attraversando una fase difficilissima, con un costante aumento della curva dei contagi da coronavirus, con nuovi provvedimenti restrittivi da parte del Governo e delle Regioni volti a limitare gli spostamenti dei cittadini e quindi la diffusione del coronavirus, la nostra Direzione Regionale sembra non essersi accorta di nulla, tutto procede come se niente fosse, alla stregua dei “soldati fantasma” giapponesi rimasti a combattere nella giungla nonostante la guerra fosse terminata…

Lo spettacolo deve continuare…

Gli organici ridotti all’osso, le innumerevoli incombenze (prestiti garantiti, inserimento delle garanzie sugli stessi, sospensione rate, gestione delle telefonate, gestione degli accessi dei clienti per appuntamento, potremmo continuare a lungo…), le condizioni di stress fortissimo in cui operano tantissimi colleghi la nostra Direzione Regionale non li prende in considerazione.

Si continua a bersagliare i colleghi di pretese, commerciali e non, ripetute ossessivamente: tutela, contatti di persona, numero di appuntamenti, vendere, vendere, vendere…

Abbiamo anche stigmatizzato le pressioni indebite di qualche Capo Area in passato ma è evidente che il messaggio incessante arriva dalla Direzione Regionale, lo vediamo dalle riunioni che vengono effettuate e da alcune dichiarazioni del nostro Direttore Regionale, poi a cascata le pretese ricadono sui colleghi.

Anche la scorsa settimana durante una riunione video il Direttore Regionale ha detto ai colleghi dei segmenti imprese e small business di uscire dalle filiali ed andare a trovare i clienti. Questo fatto è una ulteriore conferma che i colleghi hanno ragione quando ci dicono che sentono un enorme scollamento tra le richieste aziendali ed il contesto pandemico. Oltretutto si pongono enormi problemi di rischio professionale, una cosa
è lavorare nei locali aziendali con le misure previste (pur sempre insufficienti data anche la scarsa copertura di barriere in plexiglass), altro è andare in ambienti in cui non è dato sapere quali misure cautelative vengono adottate rispetto al contagio da coronavirus, cosi si espongono i colleghi a rischi inutili.

Siamo sempre di meno, sempre più anziani e sempre più stanchi!

Nell’ultimo accordo di fusione con UBI si è parlato di 2500 assunzioni ma la metà di queste sarà effettuata dove la stessa UBI è maggiormente radicata (cioè nell’Italia del Nord), oltre al danno la beffa!

Le restanti assunzioni sono destinate alle aree disagiate quindi esigiamo che la Sardegna sia considerata, occorre alleviare la pressione sui “superstiti” della rete e delle altre strutture che stanno soffrendo le carenze strutturali di organico.

Il percorso è tracciato:

Convocheremo innanzitutto le assemblee. Se non avremo notizie da parte Aziendale attiveremo tutte le iniziative previste dai protocolli per una vertenza che faccia cessare queste pressioni e porti finalmente a compimento quel ricambio che i colleghi della Sardegna reclamano e meritano.

Cagliari, 11 novembre 2020

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