Andrà tutto bene?
In attesa della (recente) riorganizzazione non mancano temi importanti su cui riflettere in questo tormentato periodo della vita del Paese e dell’azienda.
Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda l’aspetto prioritario, ovvero l’emergenza sanitaria, le novità non sono buone e ci si prepara ad affrontare nuove restrizioni sociali ed economiche che alcuni erroneamente pensavano scongiurate ma che invece l’ulteriore recrudescenza dell’andamento epidemiologico sta facendo tornare di drammatica attualità.
Siamo convinti che ognuno di noi debba fare la propria parte ed anche in questa occasione rammentiamo a tutti di essere attenti, rigorosi e responsabili.
Crediamo sia giusto chiedere un impegno adeguato alle Istituzioni anche se purtroppo talvolta non offrono certamente un buon esempio.
Siamo purtuttavia convinti che proiettare su altri anche le proprie mancanze o leggerezze personali non sia un motivo di merito e non abbia alcuna giustificazione.
Ancora una volta sono oggi in tanti a chiedere soldi ed agevolazioni allo Stato anche se in condizioni normali ne vorrebbero la sostanziale “sparizione” o si adoperano alacremente a raggirarlo in tutti i modi.
Ai rischi ed alle spese deve pensare qualcun altro, gli utili si privatizzano e le perdite si socializzano… non una grande novità in un Paese come il nostro nel quale le crisi notoriamente liberano tanto il meglio quanto il peggio.
Calando la situazione a livello aziendale, occorre dire che questa volta non siamo del tutto soddisfatti di come la si stia affrontando.
Soprattutto per quel che riguarda gli spostamenti territoriali e l’estensione dello smart working alla Rete le misure attualmente previste dalla Banca appaiono poco efficaci, poco avanzate e talvolta abbastanza difficili da interpretare (se non confuse, vedi ad esempio la richiesta di lavorare in smart working solo quando le Agenzie rimangono chiuse: nessuno ha capito bene da dove arrivi tale decisione ma alla fine ci si regola così…).
Complici le croniche e strutturali carenze organizzative della Rete assistiamo invece a missioni frequenti ed a lungo raggio che coinvolgono giornalmente decine e decine di Colleghi.
Il rispetto formale delle regole può legittimare alcune scelte ma non le giustifica del tutto. Siamo convinti che si debbano trovare soluzioni per l’oggi ma anche per il domani e sarebbe grave che certi provvedimenti aziendali possano essere stati presi privilegiando un’ottica commerciale rispetto ad una maggiormente prudenziale che pure verrebbe suggerita dal contesto in cui ci troviamo.
Una cosa è certa: così non si può andare avanti per molto.
Nel frattempo i conti del Gruppo vanno molto meglio del previsto. Proprio nel momento peggiore dell’economia e della finanza, DB va in controtendenza (come i super ricchi del resto).
L’attuale situazione ha contribuito a ridurre i costi e nonostante vi siano state flessioni anche nei ricavi il risultato del terzo trimestre ha sorpreso un po’ tutti. Il CEO ha parlato di “nuove opportunità di business” offerte dalla crisi ed infatti un balzo notevole si è riscontrato nell’attività sul reddito fisso e sulle valute, ovvero sul trade finanziario a dimostrazione che il denaro non dorme mai…
In tutto questo benaugurante contesto occorrerà comprendere quale ruolo avrà il nostro Paese nel riassetto in corso poiché ci sembra chiaro che alcuni settori per noi tradizionalmente trainanti, come ad esempio il Retail, stentano ad inserirsi pienamente nella strategia prospettica del Gruppo.
Forse la prossima riorganizzazione domestica ci fornirà qualche elemento per capirci di più anche se non sappiamo se questo sia un bene o meno…