Banca d’Italia: dove non arriva il buon senso, arriva la legge

dal sito Fisac Banca d’Italia
5 novembre 2020


Il Decreto emanato ieri dal Governo prevede una lunga serie di misure emergenziali che toccano vari aspetti della nostra vita quotidiana, in misura diversificata in relazione alla specifica situazione epidemiologica del territorio.

Alcune di esse riguardano l’organizzazione del lavoro; queste rispecchiano fedelmente le sollecitazioni che le nostre organizzazioni avevano proposto, con senso civico e responsabilità, a tutela della salute dei colleghi e della continuità operativa dell’Istituto.

L’Amministrazione, viceversa, dopo averle ripetutamente ignorate, solo con la comunicazione di venerdì scorso ne aveva parzialmente accolto alcune, denotando ancora un atteggiamento burocratico e attendista che non ha consentito di ritenere chiusa la procedura di raffreddamento.

Il Decreto del governo prevede ora che, nelle aree caratterizzate da massima gravità e livello di rischio alto,i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza” (art. 3).

Inoltre, sull’intero territorio nazionale ciascun dirigente della P.A. “organizza il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo svolgimento del lavoro agile nella misura più elevata possibile, …, compatibilmente con le potenzialità organizzative e l’effettività del servizio erogato” (art. 5).

Si pongono finalmente in evidenza due temi dai quali l’Amministrazione intendeva sottrarsi: l’individuazione, tra le attività non delocalizzabili, di quelle differibili, e l’ampliamento dello smart working per tutte le attività ai massimi livelli possibili. Le nostre richieste, di gran lunga precedenti il dettato normativo, andranno quindi recepite con immediatezza, affinché siano operative già da domani.

Alla luce delle disposizioni emanate dal Governo, infatti, va superato il principio delle esenzioni – per quanto ampie – per motivi personali o familiari, poiché si inverte “l’onere della prova”: spetta ora alle Strutture giustificare la necessità e la non rinviabilità della presenza negli uffici.

Abbiamo quindi invitato formalmente la Banca a recepire senza indugio le indicazioni dell’ultimo DPCM e ad aprire immediatamente il negoziato per giungere a norme condivise e temporanee che migliorino la qualità della vita, la sicurezza di tutti e l’efficacia dei processi di lavoro.

Sollecitiamo tutti i colleghi che notassero difformità nella gestione della propria Struttura rispetto alle previsioni di legge a segnalare il caso specifico alle nostre Organizzazioni: laddove non arriva il buon senso, arriva ora la legge.

Continuiamo a pensare che ai colleghi occorrano soluzioni concrete nell’immediato, e non crediamo che, specie dopo quest’ultimo intervento legislativo, abbia senso minacciare un roboante colpo di teatro… di due ore tra due settimane.

Decisioni unilaterali e sterile demagogia vanno sempre a braccetto.

E’ ora di dire basta a entrambe!

CIDA     SIBC     CGIL     CISL     DASBI     FABI     UIL

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