Modena, 20/10/2020
Spett.le BPER Banca
Ufficio Relazioni Sindacali
Adozione misure urgenti per il contenimento dei contagi da Covid-19
In un’intervista rilasciata ieri alle agenzie di stampa internazionali, il Direttore per le emergenze dell’OMS Michael Ryan ha dichiarato che l’aumento vertiginoso dei contagi in Europa è dovuto al mancato isolamento da parte di soggetti, entrati in contatto con infetti, che non essendo stati posti in quarantena tempestivamente e per un periodo adeguato hanno contribuito alla diffusione del virus. Da più parti gli esperti stanno suggerendo l’isolamento immediato per chiunque abbia il fondato timore di contatti con persone contagiate.
L’ultima versione delle FAQ aziendali, rilasciata nel pomeriggio di ieri, non sembra voler prendere in considerazione tali consigli, limitandosi a recepire in modo letterale le indicazioni dell’INPS riguardo all’assimilazione della quarantena alla malattia solo in caso di provvedimento disposto da competenti autorità sanitarie: scelta formalmente corretta, ma che appare insufficiente a prevenire la diffusione del virus nei nostri ambienti di lavoro.
In questi giorni si sta purtroppo verificando con sempre maggior frequenza la casistica di colleghi che riferiscono della presenza, nel loro nucleo familiare, di persone che presentano sintomi riconducibili al Covid e che sono in attesa di tampone, attesa che a causa dell’intasamento delle ASL può protrarsi anche oltre una settimana. Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo, che non abbiamo conosciuto né prima né durante il lockdown, quando non solo le scuole ma anche la maggior parte delle attività economiche erano chiuse. Al momento le disposizioni impartite dall’Azienda sono di recarsi regolarmente al lavoro fino a quando non arrivi un provvedimento ufficiale di quarantena: in tal modo però ci si espone al rischio concreto di diffondere il virus a tutti i colleghi della Filiale o dell’Ufficio. In molti casi, pur in assenza di un provvedimento ufficiale di quarantena, i colleghi interessati potrebbero essere stati fortemente sconsigliati dai medici curanti dall’uscire di casa, e si troverebbero impossibilitati a rispettare tale indicazione in quanto obbligati a recarsi al lavoro.
Riteniamo che sia interesse comune, dell’Azienda e dei Lavoratori, adottare provvedimenti che scongiurino l’assunzione di rischi inutili.
La nostra proposta è quella di consentire ai colleghi che venissero a trovarsi in questa situazione di effettuare formazione da casa, anche alla luce delle difficoltà più volte denunciate per la fruizione dei corsi Mifid o Ivass. Nel caso tutti i percorsi formativi siano stati completati, l’interessato può svolgere attività lavorativa in remoto, recependo in tal modo anche le indicazioni del DPCM che prevede un incremento della percentuale di lavoratori in SW.
Ricordiamo inoltre che anche nell’ultimo aggiornamento delle FAQ, al punto B1 continua ad essere prevista la possibilità di concedere “Permessi retribuiti emergenza” su disposizione aziendale, ipotesi che consentirebbe di coprire anche i casi residuali in cui le soluzioni precedentemente ventilate dovessero rivelarsi non attuabili.
Un’ulteriore ipotesi potrebbe essere l’estensione, temporanea e limitata a coloro che non vi avessero già fatto ricorso, della possibilità di utilizzare le 15 ore di permesso annuo a disposizione dei dipendenti per terapie e visite mediche anche per far fronte a situazioni emergenziali di questo tipo.
L’extrema ratio potrebbe essere rappresentata dal ripristino della possibilità di richiedere permessi non retribuiti emergenza.
La scelta di non ignorare il problema, sforzandosi di adottare provvedimenti adeguati, oltre a tutelare la salute dei colleghi sarebbe estremamente opportuna sotto tutti gli aspetti
Auspichiamo pertanto l’urgente adozione di provvedimenti in tal senso, offrendo fin d’ora la piena disponibilità a collaborare per ricercare soluzioni condivise.
Coordinamento Aziendale Fisac/CGIL
BPER Banca