Deutsche Bank: ‘Il Giornalino’ n.9 – ottobre 2020

Scommettiamo che?

Mentre stiamo scrivendo il “gioco d’azzardo” più in voga in banca è il “toto riorganizzazione”.
Si deve profondere un considerevole sforzo di volontà per cercare di non entrare nel merito delle voci e delle dicerie che circolano insistentemente e da tempo ad ogni livello aziendale.

D’altra parte, le prime anticipazioni (ufficiali) riguardanti la riduzione del personale e la ristrutturazione aziendale risalgono a dieci mesi fa e nel frattempo è successo e sta succedendo di tutto.

E’ facile comprendere come sia improbabile evitare la ridda di ipotesi che vengono proposte a vario titolo e da più fonti.

Ci è capitato persino di sentir dire che qualche personaggio altolocato stia auspicando l’intervento sindacale per scongiurare chiusure di Sportelli… Non sappiamo se sia una iattura od una fortuna ma, certamente, non abbiamo questo potere decisionale!

Volendo essere ironici, può venire il dubbio che nemmeno chi frequenta la stanza dei bottoni abbia sempre la percezione di chi comanda ed a quale fine ma ciò non sarebbe affatto tranquillizzante…

Ci sforziamo quindi di non entrare ulteriormente nel dettaglio di altri discorsi che si sentono in giro e cerchiamo di ragionare sulle cose “concrete” e quindi già esposte o riferite pubblicamente dall’Azienda.

Ultimamente sono diversi i messaggi, più o meno diretti, che arrivano da DB AG: riduzione del 20% degli Sportelli in Germania, focalizzazione prospettica sullo smart working, possibilismo su una futura fusione con altre realtà bancarie a livello globale.

Quest’ultima eventualità potrebbe realizzarsi una volta consolidata la patrimonializzazione in borsa a livelli diversi dagli attuali poiché con le azioni che oscillano, da tempo, tra i 6/8 euro o si trova un partner con caratteristiche più o meno analoghe (esperimento fallito però in prima istanza con Commerzbank), oppure si corre il rischio che i rapporti di forza che si generano con la controparte siano piuttosto sfavorevoli.
La cosa è troppo grande per parlarne con adeguata cognizione di causa in questa sede ma certamente sarebbe un evento che, inevitabilmente, potrebbe ripercuotersi anche in Italia.

A proposito di smart working, abbiamo l’impressione che la sensibilità sull’argomento da parte di Ag e Spa sia un po’ diversa: i tedeschi più orientati a farlo assurgere in tempi brevi quale modalità organizzativa molto estesa, gli italiani maggiormente ancorati ad una visione più “conservatrice”.

La difformità può risiedere nelle diverse legislazioni, nelle abitudini culturali ed operative o nella forte differenziazione degli organici ma abbiamo la “sensazione” che, prima o poi, le ragioni dei proprietari andranno a prevalere.
Ovviamente tempi e modi saranno tutti da verificare e, per quel che ci riguarda, da contrattare.
Al momento riteniamo che la vera incertezza risieda nel modello commerciale, e quindi anche organizzativo, che la Banca intenderà adottare nel nostro Paese. In questo senso si inserisce anche il ragionamento sul numero di Agenzie funzionali allo scopo.
Sembra evidente la “polarizzazione” delle attenzioni aziendali su alcuni segmenti di clientela piuttosto che su altri. In termini di clientela privata interessano moltissimo da un lato i rapporti con chi possiede grandi patrimoni da gestire (ovviamente non serve un grande sforzo di fantasia per comprenderlo), per i quali si stanno già approntando e rivedendo le relative strutture dedicate (Wealth, Private), e dall’altro quelli che necessitano di finanziamenti (credito al consumo in particolar modo) che sono già seguiti da specifici canali, in buona parte presidiati commercialmente da agenti o dealers esterni.

Tra le aziende, al netto delle più grandi che da sempre fanno storia a se, interesse si evidenzia per quelle piccole e soprattutto medie che costituiscono una realtà particolarmente significativa all’interno del tessuto economico nazionale.
Tutto il resto, ovvero la parte di clientela sostanzialmente privata che ci viene da definire “normale”, è attualmente in quello che sembra un limbo difficile da definire.
Poiché però tale ampia fascia di soggetti è quella che più necessita di assistenza e prossimità fisica da parte della banca, risulta complesso capire quale modello organizzativo e quale vocazione commerciale potrà assumere l’Azienda nei loro confronti, tenuto conto che gli organici attuali, soprattutto quelli della Rete degli Sportelli, non consentono troppi voli di fantasia.
Crediamo che questo sia un punto cruciale per poter comprendere quali scenari si stanno preparando e di conseguenza quali ricadute finali vi potranno essere per i Lavoratori.
Siamo convinti che alcune scelte siano già state fatte (o quasi) ed avranno impatti importanti per tutti.

I recenti articoli, probabilmente sollecitati dalla banca anche a fronte di alcune di quelle “voci” da cui siamo partiti, che confermano la centralità del nostro Paese all’interno del Gruppo non possono bastare a dissipare dubbi ed inevitabili preoccupazioni.

Non conta solo essere presenti da qualche parte: per quanto ci riguarda conta molto di più come, con quale scopo, con quale ruolo e con quante persone.
In relazione a queste variabili attendiamo una concreta presa di posizione della Banca e risposte quantomeno di medio periodo poiché non sono sufficienti rassicurazioni di maniera, immaginifiche prospettive o assordanti silenzi.

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