Nomen, omen…?
Probabilmente siamo tutti un po’ esasperati dall’eccessiva attenzione al “politicamente corretto” e soprattutto dobbiamo talvolta constatare come sottostante ad esso non vi sia la reale convinzione di quanto si vorrebbe trasmettere all’esterno.
Probabilmente siamo tutti un po’ esasperati dall’eccessiva attenzione al “politicamente corretto” e soprattutto dobbiamo talvolta constatare come sottostante ad esso non vi sia la reale convinzione di quanto si vorrebbe trasmettere all’esterno.
E’ pur vero però che è sempre meglio della sguaiataggine e della volgarità di chi rende sin troppo esplicito di essere un incivile, un violento od un idiota (le tre cose per lo più si accompagnano) per cui un po’ di attenzione a quello che si dice e si fa non guasta mai.
Senza indulgere ulteriormente ad inutili elucubrazioni semantiche, vista anche la risibilità del caso di cui parliamo, quanto piuttosto per evidenziare ironicamente che ogni tanto anche l’Azienda scivola sulla classica “buccia di banana”, segnaliamo un curioso refuso (almeno crediamo si tratti di questo) presente su un manuale del-la nuova procedura di anagrafe.
Come è noto, negli esempi si utilizzano solitamente i consueti “nomi comuni” come Paolo Rossi, Alberto Bianchi e via discorrendo.
Questa volta no: evidenziato all’interno di un’immagine esemplificativa di una videata procedurale appare il Signor…Matteo Salvini…
Simpatico o meno che sia il personaggio in questione (crediamo sia inutile esplicitare il nostro parere al riguardo) tendiamo evidentemente a pensare che non siamo di fronte ad un messaggio subliminale ma, allo stesso tempo, non possiamo nemmeno fare a meno di considerare che tra tante opzioni se ne potesse facilmente scegliere una meno impegnativa o perlomeno meno indulgente a retro pensieri politici.
Sia chiaro che non riteniamo nemmeno lontanamente che la pubblicazione di un nome in qualche modo evocativo di un partito politico all’interno di un manuale tecnico (già di suo di complessa lettura) di una banca con 3.500 dipendenti possa turbare il regolare svolgimento delle prossime elezioni o modificare il clima politico nazionale… pensiamo semplicemente che, forse, la Banca potrebbe controllare meglio quello che edita ufficialmente e cercare di es-sere sempre politically correct…