ATTENZIONE AL NON TRASFERIBILE!!!
Abbiamo evidenza di situazioni di Colleghi colpiti dalle conseguenze del “famigerato” decreto legislativo 231 del 2007 modificato circa un anno fa. Si tratta delle norme antiriciclaggio che prevedono, tra le altre numerose disposizioni, sanzioni amministrative anche qualora si negozino assegni superiori ad Euro 1.000 privi della clausola di “non trasferibilità”.
Sembra una svista da poco ma in realtà si viene chiamati a pagare multe da 3.000 a 15.000 Euro (o 5.000 Euro in via forfettaria…prima era una percentuale dell’ammontare del titolo e quindi il tutto poteva risolversi in un versamento di pochi Euro…) che riguardano non solo la banca od i soggetti interessati alla transazione ma anche l’impiegato che viene ritenuto responsabile della mancata segnalazione.
La cosa, come si può ben comprendere, è assolutamente seria. Di fatto la gran parte delle banche, ha iniziato da qualche anno ad emettere assegni già stampati con la clausola “non trasferibile” così da sanare alla radice il problema.
Esistono tuttavia in circolazione titoli vecchi od espressamente richiesti “liberi” che infine sono quelli che determinano il problema.
E’ evidente che i controlli debbono essere eseguiti con cura, ma è altrettanto vero che la svista può sempre verificarsi ed infatti ciò è avvenuto anche da noi.
A questo proposito sarebbe più che auspicabile prevedere da parte della banca un qualche dispositivo di segnalazione automatica, qualora in fase di negoziazione si digitino importi di assegni superiori ai 1.000 Euro, che in qualche misura potrebbe contribuire a rendere meno probabile l’errore.
Sempre sotto il profilo organizzativo, il riversarsi sugli sportelli di incombenze operative prima svolte centralmente (i provvedimenti di giugno sono solo l’antipasto…), aumentando inevitabilmente i carichi di lavoro, non gioverà certamente ad un migliore presidio di questa e di altre situazioni sensibili.
A parte le nostre specificità, il problema investe tutto il settore, il quale però al momento non si è ancora dato un indirizzo comune rispetto alla questione.
Colui che riceve una sanzione, a seconda dei casi e sempre tenendo conto che si tratta di un provvedimento a carattere personale, può vedere la cosa trattata con vari gradi di “disponibilità” dall’azienda cui appartiene, tenendo comunque conto che la stessa non ha interesse, in via di principio, a mettere in discussione il proprio sistema organizzativo.
Vi è poi l’aspetto disciplinare: se da noi è il Responsabile di Sportello che può venire chiamato in causa patrimonialmente in quanto “autorizzatore” e tenutario della necessità di segnalare il caso dell’assegno irregolare, anche i cassieri non sono esenti da conseguenze .
Per sintetizzare possiamo dire che in questi casi: qualcuno è chiamato a pagare (condizione senz’altro peggiore) e qualcun altro a doversi difendere da contestazioni che possono avere riflessi sul rapporto di lavoro (non proprio uno scherzo).
Esiste poi la variabile clienti perché non siamo troppo tranquilli circa il fatto che i sanzionati la prendano proprio bene … ma qui siamo nel campo delle ipotesi.
Occorre avere ben presente che in caso di multa non è nemmeno possibile far conto sull’assicurazione che si può aver sottoscritto a suo tempo in quanto non è prevista la copertura per dette situazioni.
In BPER abbiamo evidenziato il problema e siamo in attesa di eventuali sviluppi al riguardo.
La questione è nota ovviamente anche alle Segreterie nazionali ed occorrerà capire quali opzioni possano essere agite pure nei confronti di ABI, a sua volta investita di una inevitabile “responsabilità”.
E’ evidente che stiamo parlando di una norma assolutamente senza senso anche rispetto agli obiettivi della Legge, di per sé astrattamente condivisibili.
Tartassare chi commette un errore nell’ambito dell’utilizzo di canali di pagamento del tutto tracciabili e non certamente clandestini non aiuta certo la lotta al riciclaggio… Per intanto invitiamo tutti alla massima attenzione ed, in ogni caso, a rivolgersi alla CGIL qualora ci si venga sfortunatamente a trovare nel mezzo di vicende del genere, qualsiasi possa essere il livello di coinvolgimento.