Fisac Cgil Toscana
L’incertezza e l’angoscia determinata dalla pandemia di Covid 19, ha accentuato fenomeni in atto da alcuni anni. Nessuno sa cosa ci aspetta nei prossimi mesi dal punto di vista epidemiologico, quali saranno i reali tempi del vaccino e di conseguenza, come tutti affermano, di “normalizzazione” anche del ciclo economico.
Di certo, le stime sull’occupazione e sull’economia più in generale confermano (in tutta Europa) ciò che si temeva nella primavera scorsa.
Molte attività non ripartono, i consumi crollano e, secondo i dati di Bankitalia, i depositi dei cittadini toscani nelle banche, visto la forte incertezza per le ragioni richiamate, sono passati da febbraio a giugno 2020 (buona parte del periodo del lockdown) da 91 miliardi a oltre 94, crescendo in misura quasi doppia rispetto alla tendenza nazionale. Il trend non sembra cambiare anche nelle ultime settimane.
Parliamo, quindi, di volumi imponenti che non vengono smobilizzati e scontano addirittura rendimenti negativi.
Sarebbe auspicabile, pertanto, incentivare opportunità di investimento che possano unire la sicurezza del patrimonio, l’utilizzo di risorse in obiettivi pubblici per la ripresa del nostro paese, garantendo un rendimento soddisfacente.
In proposito, oltre alle recenti emissioni di titoli di stato italiano finalizzate a finanziare i provvedimenti pubblici in chiave anti-pandemica, rileva l’importanza crescente che stanno assumendo sul mercato “Social Bond” cioè le obbligazioni i cui proventi vengono utilizzati in progetti, appunto, sociali quali ad esempio le infrastrutture di base, i servizi essenziali la creazione di posti di lavoro, l’igiene alimentare ecc.
In proposito, anche le le regioni, compresa la Regione Toscana, potrebbero essere soggetti protagonisti nel promuovere emissioni di nuovi social bond affiancando le attività di Cassa Depositi e Prestiti e altri soggetti pubblici che si sono mossi in questo senso ed in tutta Europa, nei mesi scorsi.
Accompagnare, quindi, con obiettivi di riconversione economica in senso ambientale e di profilo sociale, anche i nostri distretti industriali affiancandosi alle azioni rese possibili dalle risorse del Recovery Fund. Ciò vale a maggior ragione in un territorio di piccola e media impresa diffusa come il nostro.
Gli strumenti tecnici a garanzia dei risparmiatori, da usare in concorso con altri, non mancherebbero, a partire da un rinnovato ruolo di FIDI Toscana che oggi rischia di avere esaurito la propria originaria funzione, con mortificazione delle tante competenze presenti e che potrebbe essere parte di un nuovo e più ampio soggetto per lo sviluppo regionale. In Toscana potremmo cominciare a costruire, sopra l’idea generale di un’Agenzia Regionale di Sviluppo, le fondamenta di un’azione concreta per il rilancio del territorio.
Più in generale, la somma enorme di 1.653 miliardi di euro, ancor di più considerando il risparmio gestito (dato di Giugno nazionale) di depositi privati nel nostro paese potrebbero insomma, con rendimenti migliori e garanzie pubbliche, essere in parte usati a sostegno della ripresa al di fuori dei tradizionali strumenti forniti dal sistema bancario che fino ad ora, almeno nella nostra regione, hanno solo in misura minima attivato questi strumenti.
Firenze, 7 settembre 2020
da Repubblica.it – Trasformare la paura dei toscani in fiducia, coraggio, scommessa sul futuro. Scollare dai conti correnti i 94 miliardi di euro che stanno gonfiando a dismisura i depositi bancari di una popolazione regionale spaventata. E portare questa gran mole di denaro a finanziare la ripresa della regione, garantendo al contempo un rendimento alle famiglie che impiegano i soldi. La sfida prende la forma di social bond e fondi Esg (sta per Environmental, Social and Governance e hanno in portafoglio solo titoli si società responsabili sotto i profili ambientale, sociale e della governace), prestiti obbligazionari e fondi, insomma, con cui investitori istituzionali e famiglie finanziano opere d’interesse pubblico, dalle strade agli ospedali, ricavandone rendita.
A lanciare la sfida è la Fisac Cgil, il sindacato bancario, con l’obiettivo di mettere a profitto la gran quantità di depositi bancari improduttivi che la crisi economica sta facendo lievitare senza precedenti e confronto con altre regioni: tra febbraio e giugno il denaro depositato sui conti correnti dei toscani è lievitato di tre miliardi di euro, salendo da 91 a 94 miliardi di euro, con un crescita in appena sei mesi di oltre il 3%, percentuale doppia rispetto al trend nazionale. “Un peccato che questa montagna di quattrini langua sui conti correnti comportando per i titolari perdita di capitale che oscilla tra lo 0,5 e l’1% all’anno – spiega Daniele Quiriconi, segretario regionale della Fisac Cgil – Bisogna incoraggiare i risparmiatori a spostare i soldi in investimenti sicuri, che diano rendita e sostengano la ripresa”.
Quello della Cgil si traduce in uno stimolo alla politica in vista della elezioni regionali. E prende lo spunto dall’accumulo di depositi provocato da timore per la volatilità dei mercati finanziari, riduzione dei consumi causa lockdown, paura del futuro che spinge a risparmiare. “Nelle ultime settimane – spiega Quiriconi – non accenna a cambiare il trend che ha portato i depositi bancari a passare da febbraio a giugno 2020 da 91 miliardi a oltre 94. Sono volumi imponenti che non vengono smobilizzati e scontano addirittura rendimenti negativi. Sarebbe auspicabile, pertanto, incentivare opportunità di investimento che possano unire la sicurezza del patrimonio, l’utilizzo di risorse in obiettivi pubblici per la ripresa, garantendo un rendimento soddisfacente.
In proposito, oltre alle recenti emissioni di titoli di Stato italiano finalizzate a finanziare i provvedimenti pubblici in chiave anti pandemica, rileva l’importanza crescente che stanno assumendo sul mercato i “social bond” cioè le obbligazioni i cui proventi vengono utilizzati in progetti, appunto, sociali quali ad esempio le infrastrutture di base, i servizi essenziali, la creazione di posti di lavoro, l’igiene alimentare eccetera”.
La Fisac chiede alla Regione uno scatto di qualità, che abbandoni gli angusti ambiti del credito tradizionale e delle garanzie per dare contenuti concreti a strumenti di finanza innovativa. “La Regione Toscana – sostiene Quiriconi – potrebbe essere soggetto protagonista nel promuovere emissioni di nuovi social bond.
Accompagnare, quindi, con obiettivi di riconversione economica in senso ambientale e di profilo sociale. Gli strumenti tecnici a garanzia dei risparmiatori, da usare in concorso con altri, non mancherebbero, a partire da un rinnovato ruolo di Fidi Toscana che oggi rischia di avere esaurito la propria originaria funzione, con mortificazione delle tante competenze presenti e che potrebbe essere parte di un nuovo e più ampio soggetto per lo sviluppo regionale. Così in Toscana potremmo cominciare a costruire, sopra l’idea generale di un’Agenzia Regionale di Sviluppo, le fondamenta di un’azione concreta per il rilancio del territorio. I depositi privati potrebbero insomma, con rendimenti migliori e garanzie pubbliche, essere in parte usati a sostegno della ripresa al di fuori dei tradizionali strumenti forniti dal sistema bancario”.