Gli invisibili: ecco i lavoratori salariati
Torna all’indice – Non è vero che “siamo tutti sulla stessa barca”! Il Covid- 19 ha attraversato la nostra classe, e non solo in senso fisico con contagi e morti, ma anche dividendo lo stesso mondo salariato. L’”Io resto a casa”, la parola d’ordine scandita per diverse settimane almeno fino a maggio, ha riguardato meno della metà dei lavoratori, con l’ipocrita divisione tra lavoratori essenziali e non.
La pandemia ha portato alla ribalta quelli che prima erano «invisibili»: lo hanno scritto i giornali italiani, ma anche il “Financial Times”, “Le Monde” o il “Washington Post”. Ci vuole una bella faccia tosta: invisibili sarebbero stati gli infermieri e gli inservienti che consentono agli ospedali di funzionare, gli operai che mandano avanti le fabbriche, gli addetti alla logistica che movimentano le merci, le cassiere dei supermercati, i bancari a contatto con il pubblico, gli autisti, chi si occupa del gas e dell’elettricità, i braccianti nei campi e nei frutteti, le badanti nelle case a seguire i vecchi.
Ma a chi la vogliono raccontare? Questa è buona parte dei lavoratori salariati, la nostra classe, che infatti in maggioranza è sempre stata al lavoro; sono ed erano invisibili solo per chi non vuol vedere, gli occhi foderati dal pregiudizio sociale e dalle fanfaluche sulla scomparsa delle classi. Forse che non si sapeva quanti braccianti sono immigrati senza tutela, alloggiati in ruderi o in baracche indegne, a fare la stagione delle arance e dei pomodori al Sud e della frutta e delle vigne al Nord? O quanti addetti alle pulizie tirano a lucido pavimenti e vetrine scintillanti degli uffici, assunti coi trucchi delle cooperative di comodo e delle finte partite IVA? E gli operai poi, di cui sociologi avevano proclamato la scomparsa, chi mai doveva esserci dietro ai torni e agli altiforni, negli impianti chimici e farmaceutici, nei macelli, nei caseifici, come nei poli della logistica a movimentare le merci? E noi BANCARI, che accomunandoci ai banchieri si sono ostinati a non accorgersi di NOI nemmeno in periodo di lockdown, quando invece eravamo -senza misure di protezione! – alle prese con i contraddittori strumenti finanziari predisposti frettolosamente a sostegno delle categorie colpite dal Covid?
Ci facciano il piacere, e ci risparmino la loro ipocrisia ancora più stomachevole visto l’attuale record di contratti nazionali scaduti e non rinnovati: sono infatti circa 14 milioni i lavoratori italiani in attesa di rinnovi, in buona parte proprio i cosiddetti “essenziali”.