Inform@fisac dicembre 2018

QUOTA 100 E FONDO SOSTEGNO AL REDDITO: RESTERA’ TUTTO INVARIATO

 

La riforma delle pensioni con la quota 100 e il reddito di cittadinanza saranno contenuti in due specifici provvedimenti normativi, collegati alla manovra finanziaria. Lo anticipano fonti vicine all’esecutivo rilanciate da diverse agenzie di stampa. Il testo della legge di bilancio verrà inviato questa sera, o al massimo domani, in Parlamento ma non avrà al suo interno il delicato capitolo sulla previdenza e sul reddito di cittadinanza, per il quale probabilmente il Governo ha bisogno di più tempo.
La bozza della Legge di bilancio conferma, invece, le coperture economiche con l’istituzione di due fondi da 9 miliardi per il reddito e di 6,7 miliardi (7 miliardi dal 2020) per le pensioni. Nella nuova bozza si precisa che “nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza, fino a 1 miliardo nel 2019 e 2020” va ai centri per l’impiego, “fino a 10 milioni” all’Anpal. Come già anticipato ieri sulle pagine di questo giornale l’esecutivo punta ad introdurre la quota 100 con 62 anni e 38 di contributi a partire dal 2019 con quattro finestre annue di accesso per i lavoratori del settore privato e due per i dipendenti pubblici. Naturalmente nel settore scolastico la finestra di accesso resterebbe unica al 1° settembre 2019 (1° novembre 2019 per il comparto Afam).

Con la quota 100 torna pure il divieto di cumulo reddito/pensione: chi sceglierà il pensionamento anticipato non potrà cioè cumulare reddito da lavoro dipendente o autonomo (ad eccezione di piccoli impieghi come, ad esempio, il lavoro occasionale o comunque entro un limite di 5mila euro annui) per un periodo di 24 mesi dalla data di pensionamento; obiettivo rafforzare il ricambio generazionale nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni.

Altra novità a cui starebbe lavorando l’esecutivo è impedire l’accesso alla quota 100 per i lavoratori in isopensione ai sensi dell’articolo 4 della legge 92/2012. La precisazione sarebbe fonte di due conseguenze: da un lato chi si trova nell’esodo continuerà a restarci sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata come al momento dell’adesione allo scivolo (scivolo che attualmente può durare sino a sette anni) ancorchè maturino i requisiti per la quota 100. In sostanza le aziende che hanno accettato l’esodo dovranno continuare a farsi carico del pagamento dell’assegno e del versamento della contribuzione correlata senza poter profittare delle nuove norme. In secondo luogo, in futuro non si potrà far partire l’esodo considerando la data di maturazione del requisito della quota 100.

Fonte: www.pensionioggi.it

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