Inform@fisac dicembre 2018

CALCAGNI: CON PRESSIONI COMMERCIALI RISPARMI A RISCHIO

 

E’ evidente che le pressioni commerciali determinano, se sono indebite, una qualità scadente del rapporto con il cliente. I lavoratori vengono spinti a collocare prodotti che qualche volta, per non dire sempre, rischiano di non tutelare il risparmio della nostra clientela’. Cosi’ il nuovo segretario generale della Fisac/Cgil, Giuliano Calcagni, commenta la vertenza in atto nel gruppo UniCredit in tema di pressioni commerciali, che ha portato i sindacati interni a proclamare una serie di scioperi a livello regionale e provinciale . “Se si continua su questo terreno penso che il sindacato nazionale debba chiamare alla mobilitazione tutta la categoria – ha aggiunto – UniCredit è la
scintilla, ma è corretto e onesto dire che non si tratta solo di UniCredit, tutto il settore versa in questa condizione. Per questo il 12 dicembre si terra’ un incontro in Abi per verificare l’applicazione l’accordo firmato proprio 18 mesi fa in tema di pressioni commerciali. Calcagni e’ stato eletto ieri segretario generale  dell’organizzazione, nel corso giornata conclusiva del nono congresso della Fisac.

Lo scorso 8 febbraio 2017 è stato firmato a Roma l’ACCORDO NAZIONALE SU POLITICHE COMMERCIALI E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, un accordo che sarebbe dovuto servire ad affrontare un tema che negli ultimi anni, a più riprese, ha interessato il nostro settore ovvero quello delle Pressioni Commerciali.
Purtroppo l’effetto dell’accordo nazionale del 2017 non è stato quello sperato, vi sono nel settore dei metodi commerciali che spingono a comportamenti “deviati” con pressioni continue e persino minacciose ai lavoratori.
Per questo il nuovo Segretario Generale della Fisac‐Cgil, Giuliano Calcagni, in un colloquio con Radiocor ha ritenuto di commentare la vertenza in atto nel gruppo UniCredit in tema di pressioni commerciali, che ha portato i sindacati interni a proclamare una serie di scioperi a livello regionale e provinciali facendo un richiamo alla tutela del risparmio che è un primario interesse collettivo previsto anche nell’art. 47 della Costituzione.
“È evidente che le pressioni commerciali determinano, se sono indebite, una qualità scadente del rapporto con il cliente. I lavoratori vengono spinti a collocare prodotti che qualche volta, per non dire sempre, rischiano di non tutelare il risparmio della nostra clientela”.
In Unicredit continua la vertenza, nei giorni scorsi a Gorizia “tutte le agenzie sono rimaste chiuse”, precedute da analoghe manifestazioni nei giorni precedenti in Liguria e a Vicenza.
“Se si continua su questo terreno penso che il sindacato nazionale debba chiamare alla mobilitazione tutta la categoria – ha aggiunto Giuliano Calcagni – UniCredit è la scintilla, ma è corretto e onesto dire che non si tratta solo di UniCredit, tutto il settore versa in questa condizione”.
Per questo il 12 dicembre si terrà un incontro in Abi per verificare l’applicazione l’accordo firmato proprio 18 mesi fa in tema di pressioni commerciali. Purtroppo la realtà dei fatti evidenzia due aspetti:

  1. I dipendenti bancari non sono allineati con le indicazioni delle aziende e sentono e vivono in modo personale il sentimento di tutela del risparmio e le contraddizioni fra questo e le pressioni che arrivano dalle aziende, spesso anche facendosene carico con inaccettabili livelli di stress;
  2. Le Commissioni Paritetiche, costituite in seguito all’accordo nazionale, ad oggi non si sono rivelate lo strumento corretto in grado di produrre risultati e trovare soluzioni sostenibili e dovranno essere necessariamente riadattate alla situazione.

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