Inform@fisac gennaio 2019

TROPPO FREDDO IN UFFICIO? HAI DIRITTO AD
ANDARTENE SENZA PERDERE LA RETRIBUZIONE

 

L’arrivo dell’inverno ripropone, come ogni anno, il problema del riscaldamento: molte filiali, agenzie o uffici presentano impianti datati o inaffidabili, con il rischio concreto di ritrovarsi a lavorare al freddo.

Proprio in previsione di questi casi particolari, la legge ci viene incontro consentendoci l’astensione dal lavoro senza vedere neanche un euro sottratto dal nostro stipendio. Questo discorso vale nel caso in cui l’ambiente lavorativo risulti molto freddo ma anche se, al contrario, fosse troppo caldo.

L’articolo 2087 del Codice civile, infatti, impone al datore di lavoro l’obbligo di tutelare salute e integrità fisica e morale del proprio dipendente adottando “tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica” si rendono necessarie a garantirle.

A rafforzare questo orientamento interviene anche il T.U. 81/2008 sulla salute e sicurezza del lavoratore che obbliga il datore di lavoro a valutare tutti i rischi per la salute e per la sicurezza del lavoratore che possono derivare dall’esposizione ad agenti fisici quali, ad esempio, un rumore eccessivo oppure le condizioni climatiche.
Nella redazione del documento per la valutazione dei rischi il datore è quindi obbligato a tenere in considerazione anche il clima sul luogo di lavoro.

La legge non stabilisce in modo preciso quali siano le temperature ammesse in ufficio. Un decreto del 2008 dice che “la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano”.
L’INAIL raccomanda di mantenere all’interno degli uffici una temperatura tra i 18 e i 22 gradi in inverno, mentre in estate la differenza tra temperatura interna ed esterna non dovrebbe superare i 7 gradi.

Nel caso in cui la temperatura si discosti in modo significativo da questi valori si può parlare di inadempienza da parte del datore di lavoro, con conseguente diritto dei lavoratori ad astenersi dal lavoro senza alcuna penalizzazione.

La giurisprudenza non lascia spazio a dubbi a tal proposito.

Nel 2015 la Cassazione rigettò il ricorso di un datore contro un gruppo di dipendenti che si erano rifiutati di restare in ufficio a causa del freddo intenso dovuto alla rottura della caldaia. Ad aggravare la situazione, la temperatura esterna molto bassa e l’apertura temporanea di un varco da cui passava aria fredda, necessario a realizzare un’uscita di sicurezza.
Il datore fu comunque costretto a versare ai dipendenti lo stipendio completo senza trattenute: questo perché, secondo la Suprema Corte, al lavoratore non possono derivare conseguenze sfavorevoli in ragione della condotta inadempiente del datore”.

 

Fonte: Fisac Cgil L’Aquila

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