Deutsche Bank: dopo l’orario mi fermo a lavorare se vengo pagato

31 luglio 2020

 

MI FERMO A LAVORARE DOPO L’ORARIO:
SI’, SE VENGO PAGATO…

Torniamo sull’argomento “straordinari” poiché ci giungono diverse segnalazioni, particolarmente dalla Lombardia ma non solo, di problemi nel farsi riconoscere il lavoro prestato oltre il normale orario.

L’attuale situazione di “disagio” va sicuramente in gran parte ricondotta ad alcune comunicazioni aziendali emanate nei mesi scorsi nelle quali si poneva particolare accento al contenimento delle ore straordinarie ed alla necessità di un’autorizzazione preventiva al loro svolgimento demandata non tanto e non solo ai Responsabili di Sportello bensì alle strutture territoriali.

Peccato che nel frattempo vi sia stato il periodo dell’emergenza sanitaria, molti lavorino a distanza, la Banca abbia proceduto alla migrazione informatica e così via…

Il risultato che ne è derivato è una sicura confusione ed il tentativo da parte di qualche responsabile di approfittare della questione scoprendo di avere tra le mani un ulteriore strumento per potere esercitare una qualche forma di autorità che evidentemente stuzzica la sua fantasia.

Se poi si riesce a dimostrare che si fanno fare pochi straordinari (ufficiali) ai Colleghi, magari si riesce ad assurgere ad un ulteriore livello di visibilità nei confronti dei capi (quelli veri) ed anche questa aspettativa può avere valore per qualche irriducibile arrivista.

Partiamo da alcuni concetti di base: sindacalmente non vi è alcun interesse a supportare la pratica del lavoro oltre il normale orario che, anzi, è “anormale” o “straordinario” per definizione.

Il fatto che questa pratica venga monitorata dalla Germania dimostra non solo l’attenzione ai costi (che andrebbe estesa anche ad altri fattori come ad esempio le incomprensibili trasferte di qualche capetto) ma anche il “singolare” ricorso a questo strumento che spesso maschera effettive esigenze organizzative e di organico che così non vengono mai davvero affrontate.

Una volta valutata l’indispensabilità di prolungare l’attività lavorativa, in ogni caso, vanno riconosciute agli interessati tutte le previsioni contrattuali e coloro che pensano di poterne fare bellamente a meno o sono sciocchi oppure in malafede.

Chiedere l’autorizzazione preventiva fa parte della prassi riconosciuta ed in sé non costituisce un elemento nuovo anche perché non vanno trascurate le implicazioni legate alla sicurezza sul lavoro ed all’assicurazione INAIL.

Se non siete autorizzati dai rappresentanti aziendali preposti, vi preghiamo di non fermarvi al lavoro o di cessare la vostra attività da remoto!!! Se la Banca ritiene che prolungare la vostra opera non sia necessario, traetene semplicemente le dovute conseguenze e non sentitevi in colpa per i Clienti, il budget o cose di questo genere perché non è proprio il caso…

Se invece qualche buontempone subordina l’autorizzazione a segnare lo straordinario alla vendita di qualche prodotto ma vi chiede comunque di fermarvi gratis per seguire le altre “inutili” faccende lavorative, vi chiediamo di segnalarci la cosa (che pare sia già accaduta) con nome e cognome, così almeno sottoporremo la questione all’Azienda e sentiremo che cosa ne pensa.

Abbiamo più volte intrattenuto la Banca su questi temi e, sulla carta, ha sempre risposto in modo coerente e condivisibile ma se poi sul territorio o negli uffici si verificano situazioni diverse, occorrerà andare a far presente chi si comporta in modo sbagliato nei confronti dei Colleghi altrimenti il dibattito rimarrà sempre su un piano teorico, senza apportare cambiamenti effettivi alla condizione lavorativa e consentendo ai soliti “disinvolti” capetti di farla franca.

Credeteci, se volete fare un favore alla Banca, non lavorate gratis (fatelo per qualche istituzione benefica, se del caso) ma piuttosto aiutateci a far emergere situazioni che nascondono i problemi organizzativi sotto il tappeto e rendono solamente meno dignitoso il lavoro.

 

La Segreteria di Coordinamento del Gruppo DB

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